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Costume e Società

Stop all’automatismo del cognome paterno

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Finalmente, le donne italiane hanno conquistato un diritto rincorso per decenni. La Corte costituzionale, presieduta da Giuliano Amato, ha fatto cadere l’articolo 262 del codice civile, permettendo così ai nuovi nati di poter avere anche il solo cognome materno. Da questo momento, “la regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico”.

Ciò significa che avrà definitivamente fine l’automatismo del cognome paterno, attribuito fino ad ora “automaticamente” alla nascita. La Corte costituzionale considera discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre”. E aggiunge che “nel solco del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale. Una scelta tanto attesa e indubbiamente più giusta della norma precedente, stando ad alcune lettere per la Consulta che, già nel 2013, consideravano l’articolo 262 una violazione “tanto all’articolo 2 della Costituzione, sotto il profilo della tutela dell’identità personale, quanto all’articolo 3, sotto il profilo del riconoscimento dell’eguaglianza tra donna e uomo”.

L’iter della battaglia contro l’automatismo del cognome

L’iter di questa nuova legge, come precedentemente accennato, è stato lungo e ricco di ostacoli. Era il 2006 quando la Consulta si espresse per la prima volta sul tema, considerando l’automatismo del cognome paterno “il retaggio di una concezione patriarcale della famiglia e di una tramontata potestà maritale, non più coerente con il valore costituzionale dell’uguaglianza uomo donna”. Fu solo dieci anni dopo, nel 2016, che con un’altra fondamentale sentenza si concesse ai genitori di dare il doppio cognome con il consenso di entrambi. È un giorno importante per la nostra storia, che ci si augura sarà sempre più costellata da queste grandi vittorie in direzione dell’uguaglianza.

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