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Altrove – lo specchio nella letteratura e nel cinema

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Lo specchio non è solo un oggetto di arredo o uno strumento per controllare il proprio look. L’atto di specchiarsi è parte fondamentale di una routine spirituale, oltre che estetica. Difatti, guardando oltre il riflesso, è possibile addentrarsi nei meandri più profondi della propria persona. Lo specchio, in realtà, abbraccia concetti molto più ampi della semplice immagine di chi ci si osserva dentro.

È un’icona che può estendersi ai temi del doppio e della somiglianza, ma può fungere anche come portale per realtà parallele e per le insicurezze che non riusciamo a carpire a occhio nudo. Queste peculiarità dello strumento si ritrovano in centinaia di capolavori letterari e cinematografici, trasposizioni dell’intuizione geniale che attribuisce allo strumento un significato altro, ben più articolato di quello apparentemente ovvio. Abbiamo selezionato per voi alcuni esempi di opere che trattano l’argomento.

Alice attraverso lo specchio

“Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò” (“Through the Looking-Glass, and What Alice Found There”, 1871) è il seguito di “Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” (“Alice’s Adventures in Wonderland”, 1865), il capolavoro non-sense di Lewis Carrol. La storia si apre con Alice che, dalla poltrona del suo salotto, si chiede cosa mai potrà esserci dall’altra parte dello specchio.

“[…] «Oh, Kitty, che bellezza se potessimo entrare nella Casa dello Specchio! Son certa che ci sono tante belle cose. Fingiamo di poterci entrare, Kitty, fingiamo che lo specchio sia morbido come un velo, e che si possa attraversare. To’, adesso sta diventando come una specie di nebbia… Entrarci è la cosa più facile del mondo». Alice stava sulla mensola del caminetto mentre diceva così, sebbene non sapesse spiegarsi come fosse arrivata lassù. E certo il cristallo cominciava a svanire, come una nebbia lucente. L’istante dopo Alice attraversava lo specchio e saltava agilmente nella stanza di dietro […].”

Una volta uscita dalla Casa dello specchio, Alice si troverà ad affrontare varie peripezie. Se in “Alice nel Paese delle Meraviglie” ricorreva l’immagine delle carte francesi, in “Alice attraverso lo specchio” la bambina dovrà muoversi seguendo le regole degli scacchi. Infatti, il suo obiettivo sarà calcolare bene le sue mosse per ottenere la corona di regina. Dopo aver ottenuto la corona, viene preparato un lauto festino, durante il quale Alice si risveglia dal suo sogno.

Lo specchio di Alice

Nel caso delle avventure della trasognata bambina di Carrol, lo specchio funge da portale per un fantastico mondo nuovo. Nonostante sia considerato un libro per ragazzi, la storia riporta esempi di luoghi comuni, riferimenti letterari e persino satira politica, riconducibili all’Inghilterra vittoriana contemporanea all’autore. Qui la dimensione riflessa è una realtà assurda, eppure così desiderata: leggendo tra le righe, si potrebbe ipotizzare che vivere nella fantasia, in molti casi, è l’unico modo per sfuggire a una realtà che spesso ci opprime.

Biancaneve e i Sette Nani

“Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?”

Come si fa a non conoscere la celeberrima frase della strega cattiva di Biancaneve? Nella trasposizione cinematografica della Disney del 1937, così come nell’omonima fiaba dei fratelli Grimm del 1828, la strega Grimilde fa questa domanda al suo Specchio Magico ogni giorno. La risposta dello Specchio indica sempre lei come la più bella, fino al giorno in cui Biancaneve surclassa la matrigna: così inizierà la sua persecuzione.

L’interrogatorio quotidiano sottoposto allo Specchio Magico è una chiara ricerca di conferme della matrigna, tanto narcisista quanto insicura. Sentirsi eletta tutti i giorni come la più bella del reame, gonfia il suo ego a dismisura, fino a quando le sue certezze non crollano per colpa del fascino di Biancaneve. La personificazione dello Specchio è l’espressione della voce interiore della Regina, che a un certo punto viene spezzata dall’insicurezza. A nulla serviranno i tentativi di uccidere la principessa, la matrigna cattiva è destinata a essere sconfitta. In fin dei conti, nello specchio, Grimilde non vedeva sé stessa, ma ciò che desiderava essere.

Lo specchio delle brame di Harry Potter

In “Harry Potter e La Pietra Filosofale”, il primo libro della popolare saga di J. K. Rowling, appare per la prima volta lo Specchio delle Brame. Il giovane Harry, iscritto al primo anno della Scuola di Magia di Hogwarts, si ritrova in un’aula in disuso, faccia a faccia con uno strumento magico che gli restituirà un’immagine inaspettata.

Sopra lo specchio, un’iscrizione recita: “Emarb eutel amosi vout linon ortsom”. Invertendo la frase e modificandone gli spazi, la frase si traduce come “Mostro non il tuo viso ma le tue brame”. Infatti, lo specchio mostra i desideri più reconditi di chi lo guarda. Nel caso di Harry, orfano fin da quando era neonato, si vede tra i genitori Lily e James Potter.

«Capisci adesso che cos’è che noi tutti vediamo nello Specchio delle Brame?»

Harry scosse la testa.
«Allora te lo spiego. L’uomo più felice della terra riuscirebbe a usare lo Specchio delle Brame come un normale specchio, vale a dire che, guardandoci dentro, vedrebbe sé stesso esattamente com’è. Cominci a capire?»

Harry rimase per un po’ sovrappensiero. Poi disse lentamente: «Ci vediamo dentro quel che desideriamo… le cose che vogliamo…»
«Si e no» disse Silente tranquillo. «Ci mostra né più né meno quello che desideriamo più profondamente e più irresistibilmente in cuor nostro […]. E tuttavia questo specchio non ci dà né la conoscenza né la verità. Ci sono uomini che si sono smarriti a forza di guardarcisi, rapiti da quel che avevano visto, oppure hanno perso il senno perché non sapevano se quel che esso mostra è reale o anche solo possibile […].»

Significato dello specchio in Harry Potter

Nel libro e, successivamente, nella trasposizione cinematografica di “Harry Potter e la Pietra Filosofale”, lo Specchio delle Brame è un elemento fondamentale del racconto. Il lettore o lo spettatore è così affascinato dall’idea di poter avere un’immagine tangibile dei suoi desideri, che brama ardentemente di avere a disposizione uno strumento simile.

Eppure, anche in questo caso, lo specchio non è meramente ciò che sembra. Harry, così come gli altri personaggi che ci si specchieranno nel corso della saga, ci vede una proiezione profonda e pura della propria anima. Lo specchio mostra i propri desideri più ambiti, è vero, ma è solo un’illusione. Come citato sopra, molte persone sono impazzite nel guardarlo, ormai dipendenti da una realtà tanto agognata quanto fasulla.

Spesso ci è capitato di sognare a occhi aperti, come Alice, vivendo in un mondo che appare più bello della realtà. Oppure di guardare la nostra immagine e trarne rabbia e insicurezza, come capita alla Regina cattiva di Biancaneve. Ma è solo apparenza. Il vero specchio da tenere in considerazione è quello del proprio cuore, che saprà indicarci cosa fare concretamente per arrivare alla versione migliore di noi stessi. Perché d’altronde, come ci ricorda Albus Silente, Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere”.

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