Bomba a San Pietroburgo: in un caffè della città russa una violenta esplosione ha causato 30 feriti e un morto. La persona che ha perso la vita è il blogger nazionalista russo Tatarsky, a cui il Cremlino ha reso omaggio definendolo come un “difensore della verità”. Il governo russo accusa l’Ucraina di essere la mandante dell’attentato e attacca l’Occidente, che sarebbe reo di non aver reagito alla notizia in maniera adeguata. Kiev nega qualsiasi coinvolgimento.
Arrestata una donna a San Pietroburgo
I servizi di sicurezza russi hanno fermato la 26enne Darya Trepova. La donna avrebbe confessato di aver consegnato al blogger la statuetta contenente l’esplosivo ma che non avrebbe invece rivelato l’identità della persona che le avrebbe affidato l’oggetto. Il marito della Trepova, tuttavia, si dice convinto dell’innocenza della moglie, che sarebbe stata a suo dire “incastrata”.
“Il regime di Kiev” ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov “sostiene azioni terroristiche” e questo sarebbe il motivo per cui “l’operazione speciale militare in Ucraina viene compiuta.”
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