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Cultura

Gli Origami nell’utopia di Sabatina Napolitano

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“Origami” (128 pp.) è l’esordio narrativo dell’autrice Sabatina Napolitano. È disponibile in tutte le librerie dal 10 dicembre, pubblicato per la casa editrice “Campanotto”. L’autrice, originaria de La Maddalena (SS), ha curato la pubblicazione di ben sette raccolte poetiche prima di approcciarsi alla prosa. È molto attiva sui social, in particolare sul suo canale Youtube, dove è possibile trovare alcuni racconti brevi in video. Recensisce, collabora e intervista autori di poesia, narrativa e saggistica ed è una studiosa dell’opera di Nabokov.

Il romanzo si apre con un’introduzione dell’autrice, che chiarisce le scelte narrative e prepara il lettore all’incontro con i personaggi. La trama è indissolubilmente legata alla biografia della protagonista, Olga, che seppur raccontata in terza persona, sembra essere onnipresente in tutte le pagine di Origami.

“Perché ho pensato ad una biblioteca? Perché una biblioteca per una bibliotecaria diventa un domicilio, dopo qualche anno. Un domicilio e una tana, anche se una bibliotecaria non è una semplice catalogatrice, non è banalmente una che legge e rilegge gli altri” spiega Sabatina Napolitano, prima di dare il via alla narrazione. Una prosa che, più di narrare una vicenda, si concentra sul profilo psicologico dei personaggi.

La psicologia dei personaggi

Il primo ad essere analizzato è, ovviamente, Olga, “una donna completamente votata a una vita interiore e psichica di immaginazioni e fantasie”. La giornalista, direttrice del giornale “Origami” e bibliotecaria della cittadina utopica di Itaque, è una figura misteriosa, criptica. All’apparenza seducente ed elegante, ma che racchiude dentro di sé personalità immaginarie che la aiutano a far fronte alle difficoltà della vita. Un amante, Emilio, e un’amica, Rossana, saranno i pilastri della sua psiche: consiglieri e tentatori.

Origami continua, pagina per pagina, a introdurre nuovi personaggi e a delinearne le personalità, spesso eccentriche, che li rendono contemporaneamente distanti e vicini al lettore. Distanti perché eterogenei, con storie incredibilmente tristi o utopicamente fortunate; vicini perché, come tutti gli esseri umani, sono schiavi delle proprie debolezze.

E così: Gustavo, il celebre giornalista e marito di Olga; Marianne, collega della biblioteca con una passione per la matematica; Jeremy, lo schivo ma affascinante impiegato e primo amante di Olga; Edoardo, primogenito della bibliotecaria e scrittore affermato, insieme a tantissimi altri, trascinano il lettore in un turbine di nuove conoscenze. Ma cosa ci lasciano questi incontri?

Una nota stonata

Origami menziona moltissime tematiche di attualità tra le sue pagine, abbinandole man mano ai tanti cittadini di Itaque. Si parla di droga, dipendenza emotiva, adozioni, infertilità, volontariato, tradimento, sdoppiamenti di personalità… Forse fin troppo. La narrazione fa una toccata e fuga sul tema di turno, e passa quasi immediatamente al successivo, senza soffermarcisi. Sicuramente per esigenza narrativa dell’autrice, che non avrà voluto perdere il focus sul vero centro della storia, che è Olga.

Ma, da lettrice, mi è risultato un po’ approssimativo leggere di così tanti argomenti diversi messi insieme, secondo uno schema impreciso che spazia da un opposto all’altro, e non convince. Apparentemente, sembra che queste tematiche siano menzionate per “fare numero”, ovvero per rendere più impegnato di quel che realmente è, un romanzo che avrebbe funzionato anche senza queste digressioni.

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Lo stile

In Origami di Sabatina Napolitano si evince la solida esperienza poetica della scrittrice. La prosa è arricchita da simbolismi e figure retoriche che armonizzano e impreziosiscono le descrizioni, regalando un’immagine chiara della vicenda narrata. La melodia delle parole scelte dall’autrice ha iniziato a suonarmi bene in particolare nella seconda parte del romanzo, che rispetto alla prima, mi ha fatta appassionare sempre di più a scoprire l’epilogo delle storie di Itaque.

Complice forse la presenza di Edoardo, diventato il mio personaggio preferito, e una serie di novità nella trama che hanno movimentato la narrazione, rendendola meno statica. Inoltre, il giovane rampollo Miso, con la passione per la scrittura e i reportage, è incredibilmente umano. A volte un po’ ingenuo, soprattutto in amore, ma che riuscirà a ottenere la propria rivalsa in seguito a varie fortunate coincidenze. Nello specifico, riporto uno dei passaggi più significativi, per me, dell’analisi della personalità di Edoardo:

“Scrivere chiedeva consapevolezza, controllo, distacco, si scrive per una necessità interiore di autenticità, si scrive per insegnarsi, per una voglia di assoluto, non aveva modelli forti da vincere, non aveva autori paralleli con cui sentirsi in competizione. Scrivere era anche una relazione magica con le cose, si cercava una metafisica, si scriveva per conservazione, per trovare discernimento o scolorimento”.

Mi è piaciuto “Origami”?

Per alcuni versi, sì, è un libro che consiglierei. A chi desidera distrarsi, passando un po’ di tempo immerso nella mente di qualcun altro.

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