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RedazioneL’accademia svedese ha attribuito allo scritto tanzaniano Abdulrazak Gurnah il premio Nobel 2021 per la Letteratura “per la sua intransigente e profonda analisi degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel golfo tra culture e continenti.”
Oggi, 7 ottobre 2021, il premio Nobel per la Letteratura è stato assegnato ad Abdulrazak Gurnah. L’Accademia svedese ha scelto di premiarlo “la sua intransigente e
compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti.”
Nato a Zanzibar e attivo a Londra, autore di romanzi come “Il disertore“, pubblicato
da Garzanti così come “Paradiso” e “Sulla riva del mare“, è da anni una delle colonne
portanti della narrativa africana e post coloniale. Il Premio Nobel per la Letteratura
torna in Africa dopo 18 anni dall’ultima volta, quando a vincere fu John Maxwell
Coetzee.
Abdulrazak Gurnah ha superato la concorrenza di autrici e autori che, nei mesi scorsi, erano stati dati per favoriti, come la “nostra” Elena Ferrante, i padri del post-modernismo
Don DeLillo e Thomas Pynchon, lo scrittore giapponese Haruki Murakami, la romanziera americana Joyce Carol Oates, l’autrice canadese Margaret Atwood e l’autore rumeno Mircea Cartarescu, il cui ultimo romanzo, Solenoide, è stato da poco pubblicato in Italia per Il Saggiatore.
Nato sull’isola di Zanzibar nel 1948, ha pubblicato ‘Paradise’ (1994), che può essere considerato il suo romanzo più famoso, ‘Desertion’ (2005) e ‘By the Sea’ (2001).
Recatosi in Gran Bretagna per la prima volta come studente nel 1968, fu costretto ad allontanarsi dal suo Paese a causa delle persecuzioni ai danni dei cittadini di origine araba. Dal 1980 al 1982, Abdulrazak Gurnah ha poi insegnato alla Bayero University Kano, in Nigeria ed in seguito si è trasferito all’Università del Kent, a Canterbury, dove ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1982, e ancora oggi è professore e Direttore degli studi universitari presso il Dipartimento di inglese.
Ha collaborato come redattore con la rivista Wasafiri dal 1987 e ha supervisionato progetti di ricerca sulla scrittura di autori quali gli stessi Rushdie e Naipaul, Anthony Burgess, Joseph Conrad ed altri.
Ad oggi, è il quinto autore africano a vincere il Premio Nobel per la Letteratura, dopo Wole Soyinka (1986), Naguib Mahfouz (1988), Nadine Gordimer (1991) e John Maxwell Coetzee (2003).
Il suo principale interesse accademico riguarda la scrittura postcoloniale e i discorsi associati al colonialismo, in particolare concernenti l’Africa, i Caraibi e l’India. Ha curato due volumi di saggistica sulla scrittura africana e pubblicato articoli su numerosi scrittori postcoloniali contemporanei, tra cui Salman Rushdie e Zoe Wicomb.
Della sua ispirazione alla scrittura, Gurnah ha parlato anche in recenti interviste:
“Non sono come Virginia Wolf che all’età di dieci anni sapeva già di essere una
scrittrice. Io mi sono ritrovato a scrivere qualcosa un giorno, come le persone di
solito fanno. Poi si sono aggiunte nuove pagine. Infine sono arrivato a un punto in
cui ho pensato: cos’è questa cosa che sto scrivendo?
“Lì ho compreso la differenza tra buttare giù qualche riga e scrivere.”
Abdulrazak Gurnah non si aspettava minimamente questa vittoria, ecco le sue
parole:
“Ho pensato che fosse uno scherzo.
“È stata tale la sorpresa che ho aspettato fino a quando l’ho sentito annunciare prima di poterci credere“, ha detto in un audio pubblicato nel sito web della Fondazione Nobel.
Lo scrittore ha poi invitato l’Europa intera a considerare i rifugiati dall’Africa come
“una ricchezza“, sottolineando che non arrivano “a mani vuote“:
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