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Donnarumma: l’Italia che dà, l’Italia che toglie

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articolo di Raffaele Ciampa

Mercoledì 6 ottobre allo stadio Meazza scendono in campo per la semifinale di conference league l’Italia di Roberto Mancini, campione d’Europa in carica, e la Spagna di Luis Enrique.

L’Italia che non perdeva da 37 partite deve chinarsi agli attacchi delle furie rosse semplificati anche dell’espulsione nel primo tempo del capitano azzurro Leonardo Bonucci, finisce 2 a 1 per gli spagnoli che volano in finale mentre l’Italia andrà a giocarsi il terzo posto.

Fischi contro Donnarumma: uno scempio

Mentre in campo si vivevano in modo concitato le azioni, una gran parte della fetta di pubblico inveiva con fischi e insulti contro il portiere della nazionale azzurra Gianluigi Donnarumma.

Lo stadio Meazza, campo casalingo del Milan in campionato è stato il terreno sulla quale giovanissimo Donnarumma ha esordito in Serie A proprio con la casacca del Milan, dal suo debutto il 25 ottobre 2015 all’età di 16 anni, lanciato da Mihajlovic.

Il giovane di Castellammare, cresciuto nelle giovanili del Milan e maturato in prima squadra, dal suo debutto ha sempre difeso e tifato i colori rosso neri e della nazionale italiana. Quest’estate c’è stata la consacrazione di Donnarumma che all’età di 22 anni diventa a tutti gli effetti uno dei candidati a miglior portiere dell’anno, dopo aver vinto l’europeo come miglior calciatore, il giovane ha fatto gola a molte big europee. Mino Raiola, uno dei procuratori più controversi e famosi del panorama mondiale e procuratore anche di Donnarumma, era in trattativa per il prolungamento del contratto di Gigio con il Milan ma le sue richieste non furono accontentate e Donnarumma accettò il contratto miliardario proposto dal Paris Saint Germain.

Questa decisione non è andata per niente giù ai tifosi del Milan che ora lo etichettano come un mercenario e traditore, anche se il giovane pur cambiando casacca non si esenta dal fare dichiarazioni d’amore per la sua ex squadra.

Prima idolatrato come eroe in patria e poi fischiato fino a farlo crollare in lacrime, quello che il calcio dà il calcio prende. Ovviamente episodi come questi sono uno scempio che con lo sport non c’entrano assolutamente niente.

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