Nel mondo della letteratura e dell’attivismo, il nome di Michela Murgia ha brillato intensamente, illuminando le pagine dei suoi romanzi e il cuore di coloro che l’hanno conosciuta. La recente scomparsa di questa straordinaria scrittrice, avvenuta a Roma all’età di 51 anni, ha lasciato un vuoto nel panorama culturale italiano.
Chi era Michela Murgia?
Michela Murgia nasce a Cabras, in Sardegna, nel 1972. Prima di intraprendere la carriera di scrittrice, ha esplorato diverse professioni, dall’insegnamento di religione nelle scuole fino a un ruolo dirigenziale in una centrale termoelettrica. Tuttavia, è nella scrittura che ha trovato la sua vera vocazione: Murgia ha portato il suo impegno sociale nella sua opera, affrontando questioni di genere, storia e politica con coraggio.
La vocazione letteraria
La penna di Michela Murgia ha dato vita a una serie di opere toccanti e incisive che riflettono le complessità della società e dell’animo umano. Il suo romanzo del 2009, “Accabadora”, ha attirato l’attenzione e la lode della critica, ricevendo premi prestigiosi come il Premio Campiello e il Premio Super Mondello. Ambientato nella Sardegna degli anni ’50, il romanzo esplora il controverso tema della “femina accabadora”, una figura storica associata a un’eutanasia rituale.
Michela Murgia ha dimostrato un eclettismo straordinario nella sua scrittura, spaziando dai romanzi come “Accabadora” a saggi impegnati come “Ave Mary” (2019). Ha anche affrontato tematiche attuali con audacia, come dimostra il suo saggio del 2022, “God Save the Queer”, un appassionato trattato sul femminismo queer come alternativa al patriarcato.
La malattia
Nonostante la malattia, un carcinoma renale al quarto stadio, ha scelto di condividere apertamente la sua esperienza, utilizzando i suoi canali social per narrare il suo viaggio. Nel suo ultimo libro, “Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi”, ha trasformato la sua “sopravvivenza emotiva” in un messaggio di forza e resilienza.
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