Articolo di Martina Lanzetta
Il conflitto in corso in Ucraina sta scatenando una crisi umanitaria nel paese. La carenza di viveri e medicinali sta mettendo fortemente alla prova le diverse città. Gli ucraini per lo più si stanno sostenendo con le provviste racimolate nei giorni scorsi e con una forte solidarietà tra i membri della comunità.
Kiev rischia di non avere abbastanza viveri
La preoccupazione per l’autosufficienza alimentare ha avuto come conseguenza la sospensione delle esportazioni dall’Ucraina di carne, segale, avena, grano saraceno, zucchero, miglio e sale,mentre quelle di grano, mais, pollame, uova e olio saranno consentite attraverso licenze per l’esportazione solo con il permesso del ministero dell’Economia per garantire le scorte interne.
La limitazione delle esportazioni riguarda in particolar modo l’Italia che nel 2021 ha importato dal Paese invaso dalla Russia ben 570 milioni di euro di prodotti agroalimentari, secondo l’analisi della Coldiretti, la principale Organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo.
Ma la crisi interessa i mercati a livello internazionale.
I numeri della crisi
Secondo le valutazioni di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), le esportazioni agroalimentari dell’Ucraina verso la Ue sono state pari a 5,4 miliardi di euro nel 2020, facendo del mercato comunitario – con una quota del 28% – una delle principali destinazioni delle derrate provenienti da Kiev.
In un contesto già segnato da forti rialzi dei prezzi dell’energia e delle materie prime, il progredire della guerra rischia di apportareancora più incertezza per quanto riguarda gli scambi di beni primari tra l’Ucraina e l’Unione Europea.
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