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Cibo e cucina

Lo street artist Cibo contro i no-vax

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Pier Paolo Spinazzè è un artista veronese, ma la firma dei suoi lavori è Cibo. Come mai? Il suo percorso come street artist è nato per ribellarsi ai graffiti offensivi che imbrattavano i muri della sua provincia. Così ha iniziato a coprire svastiche, simboli nazisti e frasi d’odio con immagini delle eccellenze gastronomiche del Bel Paese. “Ho iniziato a disegnare cibo perché è la cosa che più accomuna gli italiani, è il simbolo per eccellenza della nostra quotidianità. L’unico popolo al mondo che mentre mangia parla di cosa ha mangiato ieri, e di cosa mangerà dopo”, chiarisce l’artista.

La fama dei suoi graffiti ha conquistato prima Verona, poi l’Italia e il mondo: Pier Paolo attualmente vanta un seguito internazionale di oltre 370mila followers sui social media. Cibo è un po’ come un supereroe moderno, uno street artist che paradossalmente “ripulisce” i muri cittadini, per diffondere immagini piacevoli e leggere. Le città italiane sono così diventate i suoi “grandi musei a cielo aperto”, dove poter esprimere la sua grande passione per la cucina della penisola e valorizzarla quanto merita.

Una novità per Cibo

Cibo torna all'opera, dopo le svastiche ricopre le scritte no vax

Ultimamente però, i graffiti coperti dallo street artist comprendono anche espressioni diverse da quelle di odio o razzismo. Adesso, Cibo si dedica a oscurare le scritte no-vax, che hanno invaso le mura pubbliche durante la pandemia e continuano ad apparire sotto forma di teorie complottistiche anti-vaccini. La novità si evince da un post pubblicato da Pier Paolo su Instagram, che lo vede impegnato a ricoprire una scritta di questo genere con una mela. E infatti, la descrizione recita, scherzosa: “Una mela al giorno toglie i no-vax di torno!”. Come era prevedibile, sono numerosissimi i commenti polemici, ai quali Cibo si limita a rispondere in virtù del “senso civico”.  Pier Paolo Spinazzè ha infatti dichiarato: “Come cancello le svastiche, cancello anche queste idee che sono antiscientifiche e sono un insulto per tutte le persone che hanno sofferto finora”. Molti altri invece, fortunatamente, si sono schierati dalla parte dell’artista e hanno anche colto l’occasione per invitarlo nella propria città a fare un po’ di “pulizia”.

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