articolo di Raffaele Ciampa
A Marano una pattuglia dei carabinieri che controllava la circolazione ha fermato un 16enne su uno scooter con targa estera.
Tradito da un evidente agitazione, i carabinieri decidono di controllare il giovane trovando un manganello telescopico. L’arma è stata sequestrata e il ragazzo risponderà di porto abusivo di arma impropria.
Questo è solo l’ultimo di una serie di episodi che vedono come protagonisti dei minori armati.
Non solo un manganello: i minori e armati sono un fenomeno in aumento
Minori armati e baby gang sono un argomento, per nostra sfortuna, sempre più di tendenza.
Citando qualche dato nel 2019 sono stati denunciati 268 minori e arrestati 84, tra le varie denunce spiccano due per tentato omicidio e 38 per rapina. Napoli è la terza città d’Italia dove si verifica un numero minore di reati dopo Milano e Bologna, ma la tipologia è più grave.
La colpa di chi è? Può forse ricadere sui genitori o sulle istituzioni? I genitori di questi ragazzi sono sicuramente responsabili delle conseguenze delle azioni dei propri figli: nel malaugurato caso in cui vengano commessi dei reati dal minore, saranno infatti i genitori a dover risarcire le eventuali vittime o i loro parenti proprio come deciso dalla Cassazione.
Le istituzioni, per combattere questo fenomeno, usano la scuola come “sentinella”: qualora fossero registrate un numero eccessivo di assenze, gli alunni non supereranno l’anno scolastico e, soprattutto, verranno avvisati gli assistenti sociali. E’ stata ultimamente avanzata la proposta di utilizzare degli operatori di strada, un gruppo di 8/10 elementi, che abbiano come scopo quello di avvicinare in modo rassicurante i giovani e disinnescare atteggiamenti di sfida.
La speranza è che le istituzioni possano far tornare le strade sicure e il futuro dei ragazzi, anche dei meno fortunati, più radioso di quanto non sia oggi.
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