Roma: distrutta la scultura “Il profugo” di Jago.
A distanza di qualche mese dal primo atto vandalico, Jago pubblica sui social un filmato che immortala un gruppo di ragazzi camminare verso la sua scultura posta di fronte Monte Sant’Angelo, “Il profugo”.
Il video è di pochi secondi: tre ragazzini che vanno verso l’opera sollevandola a piene mani da terra.
“Fortuna che c’erano le telecamere altrimenti ci saremmo persi questa performance di gruppo”, ha scritto l’artista su Instagram. Il gruppo di vandali, messi in fuga dall’arrivo dei vigili urbani, è però riuscito a spostare l’opera. Secondo quanto emerge da un altro filmato, consegnato dalla Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali alla polizia locale, in un secondo momento un gruppo di sette persone sarebbe ricomparso accanto alla statua, stavolta riducendola in pezzi.
Chi è Jago.
Jago, alias Jacopo Cardillo, 35enne scultore da Frosinone, è un mago del marmo che mette gli strumenti comunicativi digitali al servizio della sua arte. Centinaia di migliaia di follower sui suoi profili social per un intreccio di tradizione e tecnologia: gli ammiratori sono sempre coinvolti nel processo creativo grazie ai video creati dallo scultore, visibili sul suo sito per opere come “Habemus Hominem – Il papa è nudo” (un busto in marmo che ritrae Benedetto XVI completamente spogliato della veste papale all’indomani della rinuncia al soglio pontificio) oppure “Il Figlio Velato”, ispirata al “Cristo Velato” di Napoli, realizzata a New York e in seguito collocata nel Rione Sanità del capoluogo campano.
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