articolo di Martina Orecchio
La recente svelatura della Spigolatrice di Sapri ha aperto una discussione pubblica sui temi della fruizione estetica e del rapporto tra giudizio estetico e storia.
Riguardo a questi temi si è incentrato il convegno dal titolo “Bene comune ed educazione iconica. La percezione est-etica”, promosso dall’Università degli studi di Napoli Parthenope e dall’Istituto Superiore Leonardo da Vinci.
A rappresentare l’Università Parthenope i prof. Maria Luisa Iavarone e Leone Melillo.
Quest’ultimo, durante la sua riflessione, ha spiegato che: “L’incontro con l’arte inizia con un racconto che viene dal passato, che si avvale anche delle specifiche fonti letterarie che hanno influenzato l’illustrazione iconografica, evidenziando significati e contenuti del linguaggio figurativo per una penetrante fruizione, non solo estetica, delle immagini, ma si apre poi ad un invito che guarda al presente.
In questo ambito l’analisi iconografica si carica di grande suggestione ed approfondisce la discussione sull’evoluzione storica, diversamente dagli studiosi di iconologia, che ricercano nelle immagini del passato diversi livelli di significato.
Il senso profondo del passaggio dall’iconografia, come descrizione e interpretazione, all’iconologia, come comprensione del modo in cui, in condizioni storiche variabili, le tendenze essenziali dello spirito umano sono state espresse da temi e concetti specifici, per dirla con Panofsky, può seguire la traccia evidenziata da Rodolfo De Mattei.
Un tema estremamente attuale”.
