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Cinema

Spider-Man: No Way Home è il film di cui avevamo bisogno.

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Spider-Man: No Way Home si conferma un successo planetario, stabilendo il terzo miglior weekend di apertura nella storia del cinema, considerando tutto il mondo, con circa 587 milioni di dollari raccolti al botteghino solo nel fine settimana di lancio.

Il fan – service non è una cosa sbagliata e questo film lo dimostra.

In questo film c’è tutto: si ride, si piange, ci si emoziona, si torna bambini. Non gli manca nulla.

Ricordo quando i miei genitori mi portarono al cinema a vedere il primo Spider-Man, quello con Tobey Maguire, avevo solo sei anni, eppure ricordo benissimo di essere rimasta folgorata da quello che avevo visto. Ed ora, quasi 20 anni dopo, ho provato le stesse cose, anzi forse anche qualcosa in più.

Mi è quasi sembrato di essere tornata bambina, seduta su quella poltroncina rossa ad ammirare ammaliata lo schermo.

Questo articolo si articolerà in tre parti: la prima, in cui ci sarà la recensione senza spoiler; successivamente la recensione con spoiler (con annessi scleri) e, alla fine, l’analisi delle scene post-credits.

Direi che è il momento di cominciare.

RECENSIONE SENZA SPOILER.

Spiderman: No Way Home è senza dubbio il film più importante targato Marvel (e Sony) dai tempi di Avengers: Endgame. Sono quei tipi di film a cui non si è assolutamente pronti.

L’universo avviato sul grande schermo nel 2008 dalla casa di fumetti, ha bisogno di trovare una nuova strada per il futuro. Le uscite cinematografiche degli ultimi due anni si sono limitate ad introdurre nuovi personaggi per aprire ulteriori mercati e mantenere vivo l’interesse.

Sono state soprattutto le nuove serie tv sbarcate su Disney+ ad indicare la nuova direzione, soprattutto Wandavision, Loki ed anche Hawkeye (il cui ultimo episodio sarà in onda proprio domani, 22 dicembre). Una direzione che si perde in un’infinità di deviazioni e getta le basi del multiverso di cui in Spiderman: No Way Home vediamo la prima grandiosa rappresentazione cinematografica.

Il terzo film firmato da Jon Watts con Tom Holland protagonista, accompagna l’Uomo Ragno in un faticoso e doloroso percorso di crescita, che lo libera dal ruolo di supereroe adolescente per consegnarlo ad un futuro adulto e autonomo.

Smascherato dal folle Mysterio alla fine di Spiderman: Far From Home, Peter Parker si ritrova a vivere in un mondo in cui tutti sanno che è lui Spiderman e in cui tutti lo ritengono responsabile di morti e distruzioni. Per trovare una nuova normalità che permetta a lui, al suo migliore amico Ned e alla sua amata MJ di frequentare l’università come ragazzi normali, Peter cerca l’aiuto di Doctor Strange e della sua magia per risolvere la situazione. Un incantesimo permetterebbe di cancellare dalla mente di tutti gli esseri umani l’informazione che Peter Parker è Spider Man, ma i dubbi e le continue lamentele del ragazzo disturbano il rituale creando uno strano squarcio dimensionale.

Nella New York del nostro Peter, iniziano a comparire degli strani individui in cerca di altri Spiderman.

Sony e Marvel hanno fatto i salti mortali per impedire che trapelassero i tanti, riuscitissimi colpi di scena che arricchiscono i 150 minuti di Spiderman: No Way Home. Hanno, però, dovuto concedere qualcosa per mettere a tacere le troppe voci e indiscrezioni.

Sappiamo quindi già tutti, anche senza aver visto il film, che questi strani individui sono i villain già comparsi nelle precedenti versioni sul grande schermo delle avventure del giovane Peter Parker: il doctor Octopus, Green Goblin e Uomo sabbia dei film di Sam Raimi; Lizard ed Electro dai film di Marc Webb.

Il risultato finale è un viaggio nella grandezza e nella nostalgia cinematografica che riempie gli occhi del pubblico con sequenze che diventeranno senza dubbio di culto, sia per la qualità tecnica che per la costruzione narrativa.

Azione, divertimento ed effetti speciali non mancano. È anche un film sorprendentemente drammatico, Spiderman: No Way Home, che più delle precedenti uscite di questo nuovo Peter Parker insiste sulla sua solitudine e sul suo senso di colpa.

C’è parecchio materiale concesso con lo scopo soprattutto di esaltare il pubblico, ma è esattamente quello che deve fare un film come questo. Non c’è molto altro da scrivere senza rovinare la visione a chi ancora non ha visto il film. Il risultato complessivo è un tripudio di spettacolo da grande schermo: divertente, nostalgico, commovente. Qualcosa che non si vedeva da tanto tempo.

Quindi se ancora non avete visto il film, è arrivato il momento di salutarci. Chiudete questa pagina e correte al cinema.

Se invece avete già visto il film, continuate a scorrere verso il basso.

RECENSIONE CON SPOILER.

Qualcuno una volta ha detto che un eroe è qualificato dai suoi nemici. E Spider-Man di nemici memorabili ne ha avuti tanti, nei fumetti e anche al cinema. Merito di grandi interpretazioni, ma anche momenti più propizi rispetto a questi anni in cui i cinecomic arrivano al cinema continuamente: se un tempo il Dottor Octopus di Alfred Molina doveva vedersela con pochi rivali, oggi fra un Thanos, un Loki e vari Joker, giusto per scomodare la Distinta Concorrenza, è più difficile ritagliarsi uno spazio.

Così Spider-Man: No Way Home, l’ultimo film ad arrivare al cinema e il terzo a vedere Tom Holland nel ruolo del protagonista, voleva essere un omaggio alla storia cinematografica dell’Uomo Ragno.

Quale scusa migliore del Multiverso per mettere lo Spider-Man di Jon Watts contro un banda di nemici e, soprattutto, di amici provenienti dai film di Sam Raimi e Marc Webb?

Questo film è stata un’esperienza: vederlo in una sala cinematografica è stato uno, se non il più bello, dei momenti di quest’anno.

E’ uno dei migliori film che la Marvel abbia mai prodotto, in mia opinione secondo forse solo ad Endgam (se non migliore). C’è qualcosa che lo rende nostalgico e perfetto, fan-service escluso. Saranno le musiche di Hans Zimmer, saranno i personaggi, la nostalgia, sinceramente non saprei spiegarlo. Ma ci riesce.

Le nostre richieste, anzi le nostre PREGHIERE, sono state assecondate.

Tom, Tobey e Andrew sono presenti tutti e tre nel film come interpreti dello stesso personaggio, che però proviene da universi differenti.

Tutto comincia quando in Far From Home Mysterio rivela al mondo l’identità di Spiderman, ovvero Peter Parker. Il mondo, ancora convinto dell’innocenza di Mysterio, accusa Parker/Spiderman di aver causato tutti i problemi.

Peter non ha più una vita, e nemmeno i suoi amici MJ e Ned, che vengono esclusi dalle selezioni per il college a causa del loro coinvolgimento nell’accaduto. Peter, quindi, decide di risolvere questa situazione tentando di convincere Dr. Strange a fare un incantesimo che faccia dimenticare a tutti la vera identità di Spiderman. Ma qualcosa va storto e, per un pelo, non si scatena un putiferio.

Nonostante Dr. Strange sia riuscito a contenere l’incantesimo, i villain che conoscevano Peter Parker vengono richiamati dai vari universi, e così possiamo fare la conoscenza (di nuovo) di particolari personaggi.

Electro, Sandman, Green Goblin , Lizard e ovviamente Dr. Octopus.

Che film.

Dr, Strange è convinto del suo piano di catturarli e rispedirli nel loro universo, dove probabilmente moriranno in seguito ai combattimenti con i rispettivi Spiderman. Ma Peter decide di dargli una seconda possibilità. In questo modo incasina il Multiverso, ancora una volta.

Imprigionato Dr. Strange, Peter decide di aiutare i nemici cercando di renderli umani, togliendo loro quindi la parte ‘cattiva’.

Ovviamente le cose non vanno nel modo in cui Peter aveva previsto, e si ha infatti la coalizzazione di Green Goblin e degli altri ( tranne Octopus ) contro di lui. Questo porta inevitabilmente ad uno scontro, scontro in cui, purtroppo, perde la vita Zia May.

Zia May è la perdita di Peter. Ogni Peter Parker perde qualcuno a cui tiene in modo particolare.

Zia May è lo zio Ben di Tobey: infatti è lei che pronuncia il motto ormai famoso ‘da grandi poteri, derivano grandi responsabilità ‘. Il fatto che sia finalmente una donna a dirlo, rende tutto più bello.

Zia May è la Gwen di Andrew.

Ogni Spiderman va incontro al suo destino e alla perdita di un caro, e questa volta è toccato al Peter di Tom Holland. Ma parlando in senso cinematografico, è proprio questo l’evento che unisce e tre personaggi.

E’ emozionante vedere come i tre Spiderman si ritrovino anche a parlare delle proprie vite private e si mettano a nudo. Tobey interpreta lo Spiderman cresciuto, saggio. Ha ormai messo quasi da parte la tuta, infatti è l’unico che viene presentato con i suoi vestiti normali e sotto la tuta, mentre gli altri due sono presentati con la tuta subito.

Andrew interpreta lo Spiderman di mezzo, adulto ma ancora arrabbiato e rancoroso.

Tom è lo Spiderman giovane, che ancora deve rendersi conto al 100% di cosa è capace e di cosa può davvero fare. Nell’ultima scena Peter trasloca, e diventa adulto. Si vede che riesce a crearsi la tuta da solo. Adesso non ha più bisogno di nessuno che lo aiuti ad essere Spiderman. (anche perché ricordiamoci che nessuno si ricorda più che lui è Spiderman).

Una delle mie scene preferite è stata sicuramente il momento in cui Andrew e Tobey sono apparsi sulla schermo: tutte le teorie avevano un senso, rivederseli sullo schermo è stata una emozione forte. La sala ha letteralmente tremato ed era tanto tempo che non provavo una gioia così grande.

Dr. Strange viene esiliato nella dimensione specchio che lui stesso ha creato per intrappolare Peter.

Abbastanza palese perché se così non fosse stato, invece di due ore e mezzo avremo visto un film di circa 15/20 minuti in cui Strange con quel bracciale strano infila i villain nel laboratorio sotto il Sancta Sanctorum.

Tanto Fan Service ma ci piace così.

Zendaya che precipita e Andrew la prende. Qui hanno pianto tutti. Finalmente, Peter è riuscito a salvare la su Gwen. I brividi. In sala c’è stata la standing ovation con gli applausi, insomma qualcosa di mistico. E’ stato devastante, ma allo stesso tempo bellissimo.

Solo a ripensarci sento gli occhi inumidirsi.

Il percorso particolare dei Villain è stato assolutamente fantastico, tutti hanno avuto occasione di brillare e far uscire fuori le proprie personalità, ma sicuramente sono due ad aver brillato: Dr Octopus e Green Goblin/Norman Osborne.

Dr Octopus (già nel secondo film Octopus aveva voglia di redenzione e non voleva morire da mostro). Questo lo rende cosciente delle sue azioni e delle scelte giuste, come appunto aiutare gli Spiderman con Electro.

Norman Osborne : 30 secondi di screen time. Green Goblin ha la maggioranza di scene. Norman, nonostante non riconosca l’universo in cui si trova, decide di chiedere aiuto. Personaggio molto particolare che viene ben sviluppato in entrambi i due casi. Norman è il motivo per cui Peter decide di provare a salvare i Villain, Osborne è ciò che lo porta a accomunarsi con gli altri due Spiderman. Tra l’altro spettacolare la scena di come in nessun film di Spiderman con Holland questo abbia mai preso a botte in maniera così tremenda un nemico. Dopo la morte di May, Peter riversa tutta la sua rabbia e disperazione sul Green Goblin, arrivando quasi ad ucciderlo e a venire meno alla sua missione principale, ovvero quella di provare a salvarli. Saranno appunto i due altri Spiderman a bloccarlo dal colpo fatale.

I brividi.

Daredevil: Charlie Cox. Bastone da non vedente e si hypa per la prima volta. Matt Murdock si rivela come consulente legale di Peter dopo che Mysterio ha rivelato al mondo l’identità di Spiderman. Confermato da Faige, Cox rimarrà nell’MCU .

Le due scene mid e post credits.: cosa significano? Parliamone per capire che cosa ci aspetta.

Partiamo dalla scena mid-credits.

Spider-Man: No Way Home ha ben due scene dopo la fine del film, una post-credits vera e propria e una mid-credits.

Partiamo da quest’ultima, che si ricollega direttamente a un’altra sequenza simile vista di recente. In questa scena infatti vediamo una vecchia conoscenza, che fa il suo debutto in un film del Marvel Cinematic Universe, che però scopriremo essere di brevissima durata, o quasi.

Alla fine di Venom – La furia di Carnage, infatti, abbiamo assistito al passaggio del protagonista Eddie Brock da un universo cinematografico all’altro. Nonostante questo, però, non lo abbiamo visto coinvolto negli eventi di Spider-Man: No Way Home, comparendo solo in questa sequenza finale. Qui scopriamo che ha passato il suo tempo nel MCU cercando di comprendere esattamente cosa sia successo, raggiungendo l’obiettivo solo pochi attimi prima di tornare a casa per effetto del nuovo incantesimo riparatore di Doctor Strange.

Tuttavia, negli ultimi istanti della scena, scopriamo un dettaglio chiave: una piccola parte del simbionte si è salvata dal trasferimento, restando quindi nel MCU. Questa è probabilmente un’anticipazione di ciò che vedremo nel futuro della saga dell’Uomo Ragno, che si troverà ad affrontare di nuovo una delle sue nemesi più iconiche. Dopotutto è facile pensare che il buon Peter Parker si appresti a intraprendere una carriera giornalistica presto, quindi chissà che non incontri sulla sua strada una terza incarnazione cinematografica di Eddie Brock.

Non è però scontato che andrà davvero così. Dopotutto abbiamo già visto la nascita di Venom in maniera tradizionale sul grande schermo e il MCU non sembra interessato a ripetere il passato. Non solo, ma il simbionte visto nei film con Tom Hardy è piuttosto orientato al bene (al di là della sua passione per i cervelli), per cui c’è un’altra ipotesi da mettere sul piatto: Flash Thompson.

La trilogia di Tom Holland dà parecchio risalto a questo personaggio, un compagno di scuola di Peter Parker con atteggiamenti da bullo. Per quanto abbia spesso una funzione più comica che altro, nulla esclude una possibile evoluzione della sua figura. A quel punto potrebbe legarsi al simbionte e assumere il ruolo dell’Agente Venom, una versione positiva del personaggio, similmente a quanto accaduto nei fumetti.

La post-credits di Spider-Man: No Way Home ci lancia verso maggio 2022.

Per la vera e propria scena post-credits di Spider-Man: No Way Home, si è optato per una scelta che non si vedeva dal 2011. Nel finale del film infatti abbiamo potuto vedere un vero e proprio trailer per il nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe, ovvero Doctor Strange nel Multiverso della Follia, in arrivo a maggio 2022.

Qui il materiale da discutere è davvero moltissimo, motivo per cui per andare davvero nel dettaglio sarà meglio attendere una release ufficiale del promo. Tuttavia, ci sono alcuni aspetti che meritano di essere evidenziati.

Innanzitutto, abbiamo la conferma che il motore del film sarà proprio quanto accaduto nell’ultima avventura di Spider-Man, che ha evidentemente numerose conseguenze. Era facile immaginarlo, ma considerato quanti progetti del MCU hanno giocato con il concetto di Multiverso recentemente, non si poteva dare per scontato.

A questo proposito, si trovano almeno due riferimenti agli eventi delle serie TV Marvel viste su Disney+. La prima è la presenza di Wanda Maximoff, che Doctor Strange va a trovare nel suo rifugio, per chiederle aiuto con il suo nuovo problema. La seconda è l’apparizione negli ultimi istanti di un’altra versione dello Stregone, probabilmente quella comparsa in What If…? (serie, non a caso, legata al concetto di Multiverso).

Ci sono altre apparizioni notevoli da sottolineare. Nel corso del trailer infatti possiamo vedere il ritorno di Rachel McAdams nei panni di Christine Palmer, ma anche del Barone Mordo di Chiwetel Ejiofor. Quest’ultimo sembra avere un ruolo molto rilevante nel film, potenzialmente da villain principale, anche se sarà tutto da vedere. Ancora, compare per la prima volta America Chavez alias Miss America incarnata da Xochitl Gomez.

Infine, per alcuni secondi, si può assistere allo scontro tra Doctor Strange e una creatura terrificante. A un primo sguardo sembrerebbe trattarsi di Shuma-Gorath, un essere paranormale dalla potenza inimmaginabile. Sarà sicuramente un avversario temibile per il nostro Stregone Supremo e già non vediamo l’ora di vederlo sullo schermo.

Un film che ha tutto. Tanto FAN SERVICE. E’ davvero ciò di cui aveva bisogno.

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