A causa della carenza di anidride carbonica, sottoprodotto le industrie energivore sono state costrette a ridurre o bloccare del tutto i propri processi. Anche il comparto della birra artigianale è stato colpito dall’emergenza.
Carenza di materie prime e caro bolletta
Perché ad oggi, spiega Unionbirrai, per bocca del consigliere Pietro Di Pilato del Consiglio Direttivo, “non c’è abbastanza CO2 per soddisfare tutta la domanda e si deve anche fare fronte a costi molto elevati. I produttori di birra potrebbero avere una via di fuga per l’approvvigionamento di anidride carbonica, investendo sui sistemi di recupero della CO2 che viene rilasciata durante i processi di fermentazione, cosa che avrebbe anche un impatto positivo in termini di salvaguardia ambientale. Si parla però di tecnologie costose e quindi non accessibili a tutti, per cui potrebbe rivelarsi utile prevedere dei finanziamenti dedicati”.
Dello stesso avviso il Consorzio di Promozione e Tutela della Birra Artigianale Italiana da Filiera Agricola, secondo cui il caro energia e la mancanza di materie prime, compresa l’anidride carbonica, “si fanno sentire lungo tutta la filiera insieme all’aumento di costi per imballaggi, bancali, contenitori di plastica, vetro, metallo, etichette e tappi”.
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