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Coronavirus

Aumenta del 96% la percentuale di bambini contagiati

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Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie Ospedaliere) ha raccolto gli ultimi dati sui contagi in Italia, analizzando i ricoveri in 21 strutture sanitarie ospedaliere e 4 ospedali pediatrici. La notizia più preoccupante riguarda la percentuale di bambini contagiati, che sembravano essere tutelati dal contrarre il virus nelle prime tre ondate. Le ultime indagini riportano uno scioccante picco di contagi tra i più piccoli, un aumento che arriva al 96% in più. Ancor più preoccupante è sapere che tutti i bambini contagiati non avevano effettuato alcuna dose di vaccino anti-covid, e che la metà di essi proviene da famiglie con genitori a loro volta non vaccinati.

“All’istituto Giannina Gaslini di Genova nella settimana 14-21 dicembre si è registrato in assoluto il maggior numero di nuovi ricoveri da inizio pandemia” dichiara il direttore generale di Fiaso, Renato Botti. “Anche i nostri dati confermano quanto emerge dagli ospedali sentinella riguardo alla prevalenza dei casi di ricovero nella fascia di età 0-4 anni, e all’elevata percentuale di genitori non vaccinati – e aggiunge – Analizzando più nel dettaglio i dati per fascia di età nel territorio ligure e confrontandoli con l’incidenza di tutte le nuove positività riscontrate, emerge come l’incidenza di nuovi casi nella fascia di età 0-4 anni abbia nelle ultime settimane ormai superato quella della popolazione generale nel suo complesso. Nella popolazione 5-18 anni l’incidenza di nuove positività è più che doppia rispetto alla popolazione generale”.

Aggiornamenti sulle ospedalizzazioni

La situazione continua a essere critica, non solo per l’impennata della percentuale di bambini contagiati, ma anche per gli adulti che ancora si ostinano a rifiutare l’efficacia del vaccino. Seppure i pazienti non vaccinati occupino il 53% dei posti nei reparti ospedalieri ordinari, nell’ultima settimana i “no vax” sembrerebbero essere aumentati del 16,7%, contribuendo a far diminuire il numero dei vaccinati del 2%. Un’indagine condotta su un totale di 1.301 pazienti adulti conferma che le ospedalizzazioni sono cresciute del 7%. La scelta di vaccinarsi o meno tra gli adulti sembra dipendere anche dall’età: chi sceglie di fare il vaccino ha in media 73 anni, mentre gli altri circa 63.

“Siamo di fronte a due epidemie: una che corre e riguarda i no vax che finiscono in rianimazione e sviluppano forme gravi della malattia da Covid; una più lenta che coinvolge i vaccinati, per lo più persone di età avanzata e con gravi patologie pregresse, e che non hanno ancora fatto la terza dose – spiega Giovanni Migliore, presidente di Fiaso questo evidenzia ancora di più l’importanza della vaccinazione nella protezione dalla malattia e in particolare l’anticipazione della terza dose per i fragili. Il report degli ospedali sentinella evidenzia come anche i minori possano essere colpiti dal virus e finire in ospedale: per chi ha più di 5 anni è necessario vaccinarsi, per i bambini fino a 4 anni, invece, l’unica protezione che possiamo offrire è quella di chi li circonda e in particolare dei genitori. Vaccinarsi significa proteggere se stessi e proteggere gli altri”.

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