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Ambiente

Bloccato il piano anti-movida: i locali rimarranno aperti anche dopo le 23

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La Confcommercio dice no all’ipotesi avanzata per la chiusura alle ore 23 per bar e ristoranti.“La misura colpirebbe tutti, non solo i locali del by-night. Meglio un codice di autoregolamentazione, già paghiamo la lunga crisi del dopo Covid.”

Sembrava quasi di essere tornati ad un anno fa, quando la Campania era in zona gialla. Quasi una nostalgia del coprifuoco a Napoli.

Negli ultimi giorni, ci sono stati scontri tra i gestori dei locali e le autorità pubbliche per il piano movida del comune di Napoli. Bar, caffè e ristoranti chiusi alle 23 durante la settimana e alle 2 nel weekend. Questa era stata la proposta delle Municipalità che ospitano i locali dei by night, emersa nell’incontro con gli assessori Teresa Armato e Antonio De Iesu.

I commercianti (e non solo), non hanno fatto mancare le proteste.

Sulle barricate l’associazione degli esercenti Fipe Confcommercio, tramite il presidente Massimo Di Porzio si sono fatti sentire: “L’obbligo di chiusura alle 23 di bar e ristoranti durante la settimana produrrebbe un disastro per le imprese e per il Turismo, senza risolvere in alcun modo il problema della mala-movida. Chiudere prima i locali non scoraggia i ragazzi dal consumo di alcol per strada e dagli schiamazzi.

Ci siamo dimenticati che, quando c’era l’obbligo di chiusura alle 22 causa Covid, i giovani si assembravano indisturbati per strada per bere e fare rumore? Chiediamo agli assessori De Iesu ed Armato di riceverci con urgenza: abbiamo proposte precise ed immediatamente realizzabili da sottoporre, compreso un codice di autoregolamentazione per gli esercenti che potrebbe essere di grande aiuto per isolare chi non rispetta le regole. Ma evitiamo assolutamente di farci del male da soli con proposte farebbero solo danno alla città ed a imprese e lavoratori già massacrati dall’emergenza Covid“.

In più, questa decisione penalizzerebbe anche i turisti provenienti da altre regioni d’Italia e dall’estero. Gli esercenti, da parte loro, propendono per l’attivazione di un codice di autoregolamentazione, in modo da poter individuare con facilità chi non rispetta le regole, questo per evitare di colpire tutti in maniera indiscriminata. I commercianti sono anche favorevoli all’inasprimento delle sanzioni per chi viene colto in flagrante. L’incontro tra gli amministratori e le associazioni di categoria si terrà la prossima settimana e a quel punto si dovrà decidere come procedere per contrastare la mala movida.

Chiedendo poi un incontro immediato con gli assessori per “ragionare in maniera seria” sulla regolamentazione degli orari e su una disciplina più rigorosa delle nuove aperture, sull’inasprimento delle sanzioni a carico degli esercizi che non rispettano le regole. “Abbiamo proposte precise e immediatamente realizzabili da sottoporre“.

E’ necessario un codice di autoregolamentazione

Tra cui un codice di autoregolamentazione per gli esercenti “per isolare chi non rispetta le regole“. Il tavolo di confronto con le associazioni di categoria – che era già stato previsto dal Comune – e con i comitati cittadini si terrà la prossima settimana. Ma nel frattempo i presidenti controbattono. “C’è bisogno di uno sforzo da parte di tutti perché adesso regna l’anarchia e accade in quartieri ad alta densità abitativa. Nessun braccio di ferro, ascolteremo le proposte e ci sarà una concertazione, ma la movida va disciplinata. Ovviamente ci sarà sempre qualche scontento” commenta la presidente di Vomero-Arenella, Clementina Cozzolino.

Esistono diversi diritti da tutelare: quelli dei giovani ad aggregarsi, quello degli esercenti e quello dei residenti al riposo e alla quiete pubblica”, ha commentato Maria Caniglia, presidente della quarta municipalità, “si dovrà arrivare a una soluzione concertata che guardi alla tutela di tutte le parti. Ma ovviamente non si può continuare così, a oltranza e senza orari. Occorre porre dei paletti, un inasprimento delle misure e regole chiare“.

 

 

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