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Coronavirus

Covid: i vaccini nasali potrebbero essere lo strumento migliore per combattere l’infezione a lungo termine

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La ricerca scientifica, lo abbiamo visto in questi ultimi due anni, continua a offrire slancio e speranze all’intera società.

Grazie alla ricerca scientifica, infatti, abbiamo potuto avviare in tempi record la campagna di vaccinazione contro il Covid-19, unica arma di cui disponiamo per difenderci dal virus.

I vaccini sperimentati e approvati fin ora si somministrano con un’iniezione intramuscolare e agiscono stimolando l’immunità nel sangue. Ma sono sempre più numerosi i ricercatori che ritengono sia più efficace bloccare il virus agendo direttamente sulle mucose nasali, che sono le “porte” attraverso le quali il virus si insinua nel nostro organismo.

L’ultimo studio di ricerca condotto dall’Università americana di Yale, in particolare, ha dimostrato che la vaccinazione diretta alle mucose nasali fornisce una protezione contro più virus che aggrediscono le vie respiratorie.

Lo studio, coordinato dall’immunologa Akiko Iwasaki, con Ji Eun Oh, Eric Song e Miyu Moriyama, ha previsto la sperimentazione nei topi di un vaccino spray nasale contro i virus dell’influenza e, dopo i buoni risultati ottenuti, si è deciso di procedere con i test del vaccino spray anti Covid, sempre nei topi.

Qual ora i vaccini nasali si dimostreranno sicuri ed efficaci anche negli esseri umani, i ricercatori prevedono che potranno essere utilizzati in combinazione con gli attuali vaccini anti Covid-19.

I risultati di quest’ultima ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Science Immunology e seguono la spiegazione dell’immunologa Iwasaki:

“La migliore difesa immunitaria avviene nelle vie d’ingresso del virus. Le mucose hanno infatti un proprio sistema di difesa specializzato nel contrastare virus e batteri con i quali possono venire a contatto tramite l’aria o il cibo; quando si presenta una minaccia, le membrane protettive delle mucose producono le cellule immunitarie chiamate linfociti B, che a loro volta generano gli anticorpi chiamati Immunoglobuline A (IgA). Questi ultimi diventano così la prima linea di difesa attiva nelle mucose di naso, stomaco e polmoni. I risultati indicano che sia i vaccini che agiscono per via sistemica sia quelli che agiscono sulle mucose fanno aumentare gli anticorpi nel sangue, ma solo la somministrazione che agisce sulle mucose nasali stimola la produzione di anticorpi IgA nei polmoni, dove i virus respiratori si annidano per diffondere l’infezione”.

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