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Il ragazzo e l’airone // RECENSIONE

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il ragazzo e l’airone

articolo di Simona Lazzaro

How do you live? – inspiegabilmente tradotto come Il ragazzo e l’airone – è nelle sale da qualche giorno ed è ormai un successo acclarato. Non si tratta certo di una sorpresa: ma perché questo film d’animazione, l’ultimo firmato dal Maestro Miyazaki, sta piacendo così tanto?

Dietro l’apparenza colorata e fiabesca, in realtà Il ragazzo e l’airone racconta, usando il linguaggio degli incubi, una storia criptica sulla crescita e sull’elaborazione del lutto. Non è un film adatto a tutti, ma che, forse, ha qualcosa da bisbigliare a tutti i suoi spettatori.

How do you live?

La storia è inizia nel 1943, a Tokyo, e viene raccontata dal punto di vista del dodicenne Mahito. Traumatizzato dalla morte della madre – bruciata tra le fiamme dell’incendio scoppiato in un ospedale – il ragazzino si trasferisce nella tenuta di campagna di Natsuko, sorella minore della madre di Mahito, con la quale il padre si è risposato e con cui aspetta un bambino.

Mahito, che sente ancora la mancanza della madre, rifiuta tutti questi cambiamenti e non riesce ad ambientarsi nella nuova casa e nella nuova scuola. L’unica cosa che sembra suscitare il suo interesse è uno strano airone cenerino. L’uccello – che a tratti assume agli occhi del ragazzo un aspetto inquietante e comportamenti misteriosi – sembra nascondere un segreto.

Quando, un giorno, Natsuko si allontana nei boschi che circondano la tenuta, i nodi vengono al pettine: cosa vuole l’airone da Mahito? E cos’è la strana Torre sigillata che sorge al limitare del bosco? Accettando il richiamo di quella strana creatura per ritrovare Natsuko, Mahito scivola nelle profondità di un mondo marino abitato da parrocchetti giganti, anime che devono ancora nascere e famelici pellicani, un mondo irrazionale in cui sarà costretto ad affrontare la sua sofferenza e accettare che il mondo sia imperfetto e doloroso – solo così, infatti, il protagonista di questa strana storia riuscirà a tornare in superficie e a vivere la propria vita.

Il mondo marino sotto la superficie

Quello che ci mostra Miyazaki in questo film è un mondo che parla il linguaggio dei sogni e che riecheggia in ciascuno di noi: tra penne letali, cancelli dorati e creaturine deliziose, Il ragazzo e l’airone ci porta nella profondità dell’inconscio di Mahito.

La tentazione di restare in questo mondo è fortissima – sebbene non sia libero da pericoli, Mahito scopre in sé gli strumenti per modellarlo a proprio piacimento. Ma a che serve essere il dio di un mondo immobile, dove le bambine non crescono e tutto è una menzogna?

Crescere e accettare di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, accettare di vivere in un mondo imperfetto abitato da esseri imperfetti è doloroso, ma la fantasia e i ricordi, come verrà mostrato a Mahito, possono essere anche una prigione, una tomba dalle porte dorate.

Come farete, ci domanda la pellicola, a vivere nel mondo in superficie? I più fortunati riusciranno a portare con sé un frammento di quel mondo e riusciranno a tornare nel mondo sommerso quando avranno bisogno di un rifugio, ma, nella maggior parte dei casi, tutti gli adulti finiranno semplicemente per dimenticarlo e lasciarselo alle spalle – o meglio, sottopelle.

Una storia criptica

Ne Il ragazzo e l’airone niente viene mai detto chiaramente, non esistono messaggi espliciti: Miyazaki gioca con gli incubi, le suggestioni e con una serie di immagini splendide e criptiche riesce a toccare le corde più profonde del cuore dello spettatore.

I volti si sciolgono, i ricordi si perdono nell’acqua, gli uccelli hanno i denti e il tempo diventa un lungo corridoio di porte identiche: la forza del film è negli accenti, nell’atmosfera, nella poesia, nel non detto. Nel mondo marino che vive sotto la superficie della vita le parole non servono e tutto parla una lingua fatta di colori, forme e paure che ciascuno di noi conosce e di cui non serve traduzione: Il ragazzo e l’airone non è un film da capire, ma da sentire.

Perché vedere “Il ragazzo e l’airone?”

Il ragazzo e l’airone è una storia adulta, carica di nostalgia e adatta a tutti coloro che, sopraffatti dalla vita, sono stati trascinati almeno una colta sul fondo del proprio cuore.

Perché vederla? Per ricordarci del mondo marino che vive sotto la nostra superficie. E per non lasciarci divorare dal becco famelico della rabbia e nostra paura che ci divorano il cuore anche da adulti.

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