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Lo scultore Domenico Sepe fa a pezzi la scultura di Maradona

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“Il tramonto di D10S”, l’artista Domenico Sepe smantella e dona nuova vita all’opera creata in memoria di Diego Armando Maradona.

Nuova vita all’opera

Solo l’artista decide il destino delle sue opere” è in questo modo che lo scultore Domenico Sepe ha annunciato la distruzione e la rivisitazione dell’opera creata in onore di Diego Armando Maradona. La scultura, inizialmente collocata nello spiazzale antistante lo stadio, era stata donata al comune di Napoli per omaggiare la scomparsa del calciatore argentino: “Un regalo ai napoletani”, aveva annunciato in quell’occasione l’artista. L’omaggio tuttavia è durato ben poco, la statua di bronzo è stata infatti restituita dopo poco al suo creatore.

Un omaggio a Maradona

Il Comune di Napoli ha rifiutato la mia statua di Maradona? Una sorpresa che mi ha amareggiato. Non mi era mai capitato nella mia carriera. Le parole utilizzate mi hanno ferito, mi sono sentito trattato male. Mi rincuora, però, l’aver ricevuto in questi giorni la stima e l’affetto di tantissime persone, non solo tifosi” dichiarò l’autore in seguito al gesto inaspettato del comune partenopeo. Una delusione enorme che ha dunque amareggiato lo scultore ma che, allo stesso tempo, si è rivelata una fonte di ispirazione per una nuova opera.

Grazie a questa rivisitazione — pubblicata dall’artista sul suo profilo Facebook —  è possibile ammirare il volto de “El Pibe de Oro” avvolto da enormi catene. Che sia questa la rappresentazione degli anni bui attraversati dal calciatore o una provocazione per chi non è riuscito a valorizzare la sua opera? Ciò non è dato saperlo. L’arte è da sempre espressione di libertà e, allo stesso modo, ogni spettatore è libero di interpretare ciò che viene proposto ai suoi occhi.

In ogni caso,  “Il tramonto di D10S” — così è stata rinominata la scultura — ha innescato un grande dibattito: se da un lato c’è chi apprezza l’opera in questa sua nuova veste, dall’altro vi è chi avrebbe preferito poterla ammirare nella sua forma originale, magari in qualche luogo della città. Persiste poi un ulteriore dubbio: che anche quest’ultima sia un’opera provvisoria? L’ipotesi non è da escludere. Lo scopriremo prossimamente!

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