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2 anni agoon
Conoscete il detto: c’è sempre chi sta peggio? Bene. In tema di diritti LGBTQIA+ la Nigeria, purtroppo, ha molto da penare.
La Nigeria, infatti, è sicuramente uno dei Paesi peggiori al mondo per quanto riguarda i diritti LGBTQIA+. A dirlo non è solamente la comunità LGBTQIA+ nigeriana, ma anche l’indice dei diritti legali di Equaldex, che monitora l’andamento dei diritti della comunità in tutto il mondo.
Nella sua società conservatrice, le persone queer devono affrontare quotidianamente stigma e discriminazioni senza leggi che le proteggano. Ma anzi, leggi che sono contro di loro.
Un fatto curiosa che caratterizza il rapporto della Nigeria omosessualità – illegale: tutte le leggi anti-LGBTQIA+, attualmente in vigore, sono state proposte in prossimità delle elezioni.
“In Nigeria, c’è solo un argomento che unisce tutti, indipendentemente dalla tribù o dalla religione, ed è il tema dell’omosessualità e delle persone LGBTQIA+. È un modo sicuro per distrarre le persone». E, per non smentirsi, l’APC, il partito politico progressista più conservatore, ha appena proposta una nuova legge contro le persone LGBTQ+ in vista delle elezioni di febbraio 2023.
È del 2014 la legge che vieta i matrimoni tra persone dello stesso sesso, le relazioni gay e qualsiasi manifestazione pubblica di “affetto omosessuale” o appartenenza a gruppi LGBTQIA+,
La nuova proposta prevede una modifica, anzi, un’aggiunta all’attuale legge, con cui si prevedono anche sei mesi di carcere e una multa di circa 1200 euro al divieto di “travestirsi”.
La società nigeriana non concepisce il cambio di genere legale per le persone transgender, così come le identità non-binarie sono negate. Le persone transgender vengono quindi considerate dei travestiti.
Il testo della proposta di legge, infatti, prevede il divieto di indossare abiti che non corrispondano al proprio sesso, quello assegnato alla nascita. Blu per gli uomini e rosa per le donne.
Una delle preoccupazioni più grandi è che il nuovo divieto non si limiterebbe alla vita reale, ma anche a quella online. Sarà infatti vietato indossare abiti diversi dal proprio sesso di nascita anche in foto e video, sia privati che pubblicati sui social.
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