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2 anni agoon
Il 21 Febbraio è una data destinata a essere scritta nei libri di storia: due anni fa, infatti, si manifestava il primo caso di covid in Italia e in Europa, una malattia che nessuno conosceva fino in fondo e che ci ha sorpresi praticamente inermi nei suoi confronti.
A due anni di distanza da quel primo contagio i numeri sono spaventosi: sono infatti oltre dodici milioni i contagiati – solo in Italia – e 152.848 i decessi.
Quel 21 Febbraio del 2020 è stato l’inizio di quello che potremmo senza dubbio definire come un incubo da cui non ci siamo ancora del tutto svegliati: zone rosse, zone gialle, ospedali che non riuscivano a curare tutti, al collasso, sanitari prima innalzati ad eroi e poi affossati dalle maledizioni dei novax più aggressivi; bollettini giornalieri, i decreti del Presidente del Consiglio, ma anche i canti dal balcone e i cartelloni con gli arcobaleni e con le scritte che gridavano: andrà tutto bene.
Ma è davvero andato tutto bene? Forse no e non solo per colpa del virus e dei suoi numeri che danno il capogiro.
Il mondo post-covid è, per adesso, un mondo fatto di divisioni, barriere, frontiere; un mondo affollato da politiche arroccate nei giochi di palazzo, da economie sbrindellate e vite precarie; non abbiamo rinforzato gli ospedali, non abbiamo riconosciuto alla ricerca e ai sanitari i loro meriti e forse, dalle bare di Bergamo non abbiamo imparato poi così tanto.
Il mondo post-pandemico è un mondo aggressivo, crudele e spietato, fatto di complotti, risse e repressione: al mini-boom economico previsto dagli esperti non è certamente corrisposto un animo predisposto alla ricostruzione, tanto che il nostro vecchio e nuovo Presidente della Repubblica Mattarella si è ritrovato costretto a invocarlo nel discorso della sua rielezione.
Anche se abbiamo ancora addosso le mascherine siamo tornati a parlare e a non agire, a guardare la società che disvela i suoi angoli più carichi di irresponsabilità, opportunismi e corruzione.
Andrà tutto bene, forse, la prossima volta: per adesso siamo quasi tornati alla normalità che normale non era per niente anche prima della pandemia.
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