Un gruppo di ricercatori della National University e dell’Institut Pasteur del Laos hanno osservato nei pipistrelli tre nuovi casi di coronavirus. Dalle analisi effettuate sembrerebbe che i tre casi abbiano somiglianze specifiche al Sars-Cov-2, soprattutto nella proteina Spike.
I coronavirus dei pipistrelli del Laos
I ricercatori hanno accertato “un dominio chiave della proteina Spike”, quella che permette al virus di attaccare le cellule bersaglio agganciando il recettore umano Ace-2. I test effettuati su cellule umane hanno mostrato sia la capacità dei nuovi virus di entrare all’interno della cellula, ma anche una certa capacità degli anticorpi sviluppati a seguito di un’infezione di bloccare i virus stessi.
L’immunologa dell’Università di Padova, Antonella Viola, ha dichiarato: “Questa scoperta non risponde ancora a tutte le domande aperte, ma rafforza ulteriormente l’ipotesi dell’origine naturale del Sars-CoV-2. Tuttavia, allo stesso tempo, ci conferma che molti altri virus sono già pronti a fare il salto di specie e infettarci. Bisogna quindi non solo monitorare l’evoluzione dei coronavirus da vicino, per evitare di essere colti impreparati, ma anche effettuare quei cambiamenti strutturali nella nostra sanità che ci avrebbero consentito una gestione migliore dell’emergenza. Bisogna imparare la lezione”.
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