articolo di Simona Lazzaro
“Giustizia per Giulia, che ha perso la vita, la famiglia e, non per ultimo, suo figlio Thiago”: è diventato virale sui social il post pubblicato da Chiara Tramontano, sorella di Giulia Tramontano – donna che fu barbaramente assassinata dal compagno con 37 coltellate dopo aver scoperto la relazione parallela di lui – a una settimana dall’inizio del processo di Alessandro Impagnatiello.
Quando Impagnatiello commise l’orrido crimine, il 27 maggio 2023, Giulia era incinta di sette mesi e, dalle indagini, è emerso che nel sangue suo e del feto ci fossero tracce di topicida. I familiari della donna chiedono che l’uomo sia condannato all’ergastolo.
Impagnatiello a processo: le accuse
L’udienza, prevista per il 18 gennaio 2024, sarò tecnica – saranno cioè resi noti i testimoni di accusa e difesa. Impagnatiello è accusato di omicidio aggravato dai futili motivi, dalla crudeltà, dal vincolo della convinvenza e dalla premeditazione, nonché di occultamento di cadavere e di interruzione di gravidanza non consensuale.
Determinanti, per quanto riguarda la premeditazione, le ricerche fatte sul web dall’assassino prima di compiere l’omicidio: come uccidere un feto con il veleno, come far sparire le bruciature da una vasca da bagno o, ancora, dove acquistare del cloroformio.
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