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Dopo di Maio anche Salvini si scusa

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Mentre loda il candidato del centrodestra Maresca, Matteo Salvini chiede scusa per quelli che oggi chiama “cori da stadio”.

Nonostante le scuse, è difficile dimenticare di quando il leader leghista intonava, nel 2009 a Pontida, un tristo motivetto che recitava:

“Senti che puzza, scappano anche i cani: sono arrivati i napoletani”

A queste parole è seguita una condanna per razzismo e una multa di 5700 euro. Come riportato all’epoca della condanna da numerosi quotidiani, il leghista avrebbe infatti violato, come testimoniato da un video che ha consacrato l’avvenimento a imperitura memoria, la legge Mancino che punisce azioni discriminatorie.

Salvini si è, in verità, scusato più volte per la vicenda: nel 2017, quando si facevano prossime le elezioni, ha infatti dichiarato “Mi scuso in ginocchio per i cori contro Napoli”, aggiungendo anche:

“Napoli è casa mia”.

Oggi, mentre si avvicinano di nuovo delle elezioni, si scusa ancora in occasione dell’invito, fatto proprio da Maresca, di “venire a Napoli per rimangiarsi gli insulti alla città”.

Ho già chiarito” afferma Salvini “che le scuse per dei cori da stadio le ho fatte più volte, ma soprattutto ho aiutato Napoli con i fatti.”

Napoli è una città piena di difetti e criticità, ma gode di buona memoria.

Salvini ha provato più volte a conquistare il cuore dei napoletani, ma spesso con risultati mediocri. La città e la provincia proprio non riescono a dimenticare il penetrante odore degli insulti e della considerazione che il leghista, pochissimi anni fa, ha riservato loro.

Napoli non dimentica e, quando nell’aria si sente il profumo della lega, complice una certa, proustiana memoria, ogni ricordo torna alla mente. Per la destra, a Napoli, la strada per queste elezioni rischia di essere tutta in salita: anche armati delle migliori intenzioni, è sempre difficile cancellare il passato.

 

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