Neppure il tempo di conoscere ed informarci riguardo ad una variante del Covid-19 che ne compare un’altra.
E’ il caso della variante “Xf”, già diffusa in Inghilterra dove è stata associata a circa 100 casi: secondo gli esperti, sarebbe una sorta di fusione fra la variante Delta e quella Omicron. In teoria, “Xf” dovrebbe comprendere le caratteristiche “aggressive” di Delta con l’elevata contagiosità di Omicron.
La variante non è stata registrata soltanto in Inghilterra, ma per la prima volta, è stata riscontrata anche in un paziente deceduto (non per Covid) in Italia. La scoperta è arrivata grazie al lavoro dei ricercatori del laboratorio di Pievesestina, a Cesena, diretto dal microbiologo Vittorio Sambri.
L’esperto, al riguardo, ha dichiarato:
“In Italia non era mai stata riportata, è la prima volta che viene trovata in un paziente, mentre ci sono un centinaio di casi inglesi” e aggiunge “il virus gira in maniera importante e si moltiplica: è normale la comparsa di mutazioni che possono portare a varianti. Il problema è capire quali e quante ne emergono e cosa può voler dire”. Occorre, quindi, capire se si tratti di mutazioni più o meno “buone” e se si manifestino senza lasciar traccia. Ma la ricerca ha un ruolo cruciale: serve “capire cosa abbiamo in casa, è fondamentale”, ha detto ancora Sambri.
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