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“Afragola, è ora!”: intervista a Vincenzo Pelliccia

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Vincenzo, come nasce l’idea della candidatura a consigliere comunale?

La decisione di candidarmi al Consiglio comunale di Afragola nasce anzitutto dal percorso di studi in legge, che mi ha portato oggi ad essere praticante avvocato, e dal mio impegno nel volontariato e nell’associazionismo giovanile. Due percorsi che mi hanno permesso di approfondire la crescente domanda di buona politica da parte dei cittadini afragolesi.

Candidarsi significa impegnarsi per il bene comune

ed avere il coraggio di proporre le scelte giuste, anche quando queste appaiono in un primo momento difficili e non portatrici di immediato consenso. Credo sia arrivato il momento di avviare, per Afragola, un riformismo più radicale che risponda alla domanda di buona politica del territorio, a partire dalla fasce più deboli e in difficoltà.

Vuoi parlarci del tuo impegno sociale fino ad oggi?

Ho avuto la fortuna di impegnarmi, sin da giovanissimo, in diversi progetti per il nostro territorio, in particolare ho avviato un corso di alfabetizzazione a titolo gratuito per gli studenti della scuola primaria tenutosi nei locali della chiesa di Santa Maria d’Ajello. Questo progetto ha avuto un grande successo tra le famiglie perché ha consentito alle ragazze e ai ragazzi in difficoltà di non restare indietro, di non essere esclusi dal nostro tessuto sociale.

In generale, però, esistono tanti segmenti di associazionismo, sociale, culturale, ambientale, tante realtà dell’aggregazione, dello sport e del volontariato che non chiedono miracoli, ma politica ed istituzioni attente, pronte ad ascoltare, aperte per essere contaminate.

Perché hai scelto Europa Verde?

Europa Verde è, ad oggi, il percorso politico migliore per tutelare gli obiettivi di sviluppo sostenibile che le città devono raggiungere per diventare davvero moderne e al passo con i tempi.

In questo senso, Europa Verde si inserisce in uno spazio che sarebbe sbagliato cedere ad altri. Uno spazio che vive in tutta la comunità di Afragola, ma che si percepisce in maniera più chiara sia nel centro storico che nei diversi quartieri, dove vive un pezzo di società più connessa alle inquietudini di questa fase storica ed ancora più in sintonia con quella richiesta di una politica migliore.

Penso che abbiamo davanti una sfida affascinante, con la quale dobbiamo saper costruire una rinnovata sintonia.

Qui si gioca, io credo, la tenuta più vera della nostra proposta, soprattutto contro quel sentimento diffuso di antipolitica che nasconde, prima di tutto, la grande domanda di una politica all’altezza dei bisogni, delle ansie e delle speranze dei cittadini.

Cosa ti ha maggiormente colpito di Antonio Iazzetta candidato a Sindaco?

Antonio Iazzetta è una persona molto preparata, disposta a battersi per ciò in cui crede e, per fortuna, per nulla legata alle dinamiche di potere che da anni attanagliano la nostra amministrazione.

Sarà il Sindaco della gente, vicino ai bisogni di tutti, pronto all’ascolto ma soprattutto pronto a mettere in campo politiche efficaci per cambiare in meglio il volto della nostra città.

Chiediamoci, invece, quanto è distante da questo spirito quel clima autoreferenziale che si respira tra gli altri candidati ad amministrare Afragola. Dove ci portano le altre proposte, se non ad aumentare ulteriormente quella distanza che già si percepisce significativamente tra la politica ed i cittadini?

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