Elisir di lunga vita, pietre filosofali, fonti della giovinezza… La cultura letteraria e cinematografica è piena di rimedi magici per preservare la freschezza dei migliori anni. Eppure, sono sempre rimasti sul piano della fantasia, lasciando sognare il pubblico per generazioni. Probabilmente anche Jeff Bezos, ex CEO di Amazon, amava il genere da bambino, e finalmente ha una concreta possibilità di giocare col proprio destino.
L’intuizione di Jeff Bezos
Così, il plurimiliardario ha investito una considerevole somma di denaro nella start-up Altos Lab, che intende invertire il processo di invecchiamento attraverso la riprogrammazione cellulare. La notizia dell’ultima scommessa di Jeff Bezos arriva dalla rivista MIT Tech Review, fonte più che attendibile nel settore scientifico e tecnologico. La società sembra essere nata a partire da una conferenza tenutasi a ottobre 2020, nel corso della quale Yuri Milner, fisico e imprenditore russo-israeliano, ha affermato di essere in grado di riuscire nella fantascientifica impresa.
L’Azienda
Altos Lab vanta un team di esperti eccezionali, tra cui due premi Nobel. Il primo è Jennifer Doudna, premio Nobel per la chimica del 2020, meritato grazie all’innovazione del suo metodo “taglia e cuci del DNA” CRISPR/Cas9. Il secondo, Nobel per la medicina del 2012, è Shin’ya Yamanaka, che fungerà da consulente scientifico dell’azienda. Ad oggi, la compagnia è riuscita ad ottenere investimenti che ammontano complessivamente a 270 milioni di dollari. L’abbondante disponibilità economica attrae scienziati da tutto il mondo, a cui viene offerto uno stipendio di circa 1 milione di dollari l’anno.
La società si propone di iniziare il suo percorso nel campo della ricerca, con l’obiettivo di fare “grande scienza”, ovvero perseguire obiettivi che fino a ieri sembravano utopie, con mezzi sempre più avanguardistici. Manuel Serrano, dell’ Institute for Research in Biomedicine di Barcellona, ha intenzione di accettare la proposta di lavoro della compagnia, e commenta: “La filosofia di Altos Labs è quella di fare una ricerca ispirata dalla curiosità. Questo è quello che so fare e che amo fare”.
