Connect with us

la settimana tv

Il coraggio di sognare – la storia di riscatto di Joy Ehikioya, 23enne torturata e violentata perché albina

Published

on

joy
articolo di Saveria Russo

Questa è la storia di Joy Ehikioya, 23enne nigeriana, torturata e violentata perché albina: è la prima richiedente asilo ad essersi laureata nel progetto speciale dell’Università di Trento.

Il coraggio di sognare

Quella di Joy Ehikioya, 23enne originaria della Nigeria, è una storia di violenze brutali, superstizioni ancestrali ed ancora di violenze, una storia di emigrazione involontaria, ma anche una storia di tenacia e di riscatto.

Una vita tormentata e difficile, una vita che lei stessa racconta in un diario in cui parla delle angosce e delle difficoltà di chi è costretto a lasciare la propria casa per cercare un posto più sicuro.

Joy Ehikioya è la prima studentessa del Progetto accoglienza richiedenti asilo e rifugiati, promosso dall’Università di Trento, ad essersi laureata: ha conseguito la laurea triennale in Comparative European and International legal studies, un nuovo percorso di studi che la Facoltà di Giurisprudenza offre interamente in inglese.

 

Ma qual è la storia di Joy?

Come detto, Joy Ehikioya ha 23 anni ed è originaria della Nigeria. Una ragazza normale, con una sola particolarità: è albina.

Ma cos’è l’albinismo?

L’albinismo è una malattia rara, ereditaria e non degenerativa, che consiste nella ridotta o anche mancata produzione di melanina, il pigmento che colora la pelle, i capelli e gli occhi: nelle persone con albinismo la pigmentazione della pelle, dei capelli e degli occhi assume diverse sfumature in base alla quantità di melanina presente nell’organismo e, poiché la melanina svolge un importante ruolo nello sviluppo del nervo ottico, le persone albine hanno problemi di vista.                                                

La forma più riconoscibile di albinismo si manifesta con capelli bianchi e pelle molto chiara. Il colore dei capelli, tuttavia, può variare dal bianco al biondo e dal marrone al rosso, mentre la pelle è sempre molto chiara e si brucia facilmente al sole.  Attualmente non c’è una cura per l’albinismo ma si tratta di una malattia che non peggiora con l’età.

“Stuprata per superstizione”

Quella di Joy è una storia di violenze legate al mondo delle superstizione locali. Proprio al suo essere nata albina come un’altra sorella, si ricoleggano gli episodi di discriminazioni e persecuzioni.

Vengo da una famiglia allargata e da un paese che non apprezza le persone con l’albinismoscrive Joy nel suo diario. “Loro vedono le persone con albinismo come affette da una malattia pericolosa, perciò non vogliono essere né associati a loro né visti mentre stanno insieme. L’arrivo di due persone albine nella stessa famiglia è concepito, poi, come un qualcosa che gli dei ancestrali hanno mandato ad alcune famiglie perché hanno commesso un’offesa al sacro.

“Gli albini sono una forma di punizione per i peccati commessi.”

Joy è così finita in un ciclo di violenza, esplicitato in primo luogo attraverso lo stupro. In un testo del suo diario online, intitolato Sacrificata, racconta di essere stata prima legata e poi violentata da due uomini nella credenza che questo avrebbe portato loro ricchezza.

Albina per piacere fai che la tua testa ci porti molto denaro, fai che per noi non ci sia sofferenza per il resto della nostra vita, portaci molti soldi per piacere erano le parole del rituale.

La fuga di Joy

Riuscì a fuggire solo dopo giorni da una finestra, saltando su un cumulo di vetri e, dopo essersi nasconsta nel bagagliaio di una macchina, è riuscita ad arrivare in Libia.

Ma la storia non finisce: in Libia, l’ultimo dei suoi aguzzini, che l’aveva comprata, si pente e la conduce ad una spiaggia dove un barcone sarebbe poi partito per l’Italia:

Mi diedero indicazioni di sedere tra la folla e qualche minuto dopo l’uomo arabo che mi aveva comprata mi chiamò e mi disse in un inglese poco gentile e arcaico che mi avrebbero messa su quella barca in viaggio per l’Italia, accanto a tutte quelle persone, e che quando sarei arrivata in Italia mi avrebbero trattata bene, si sarebbero presi cura di me, ma che avrei dovuto spiegare bene alle persone in Italia tutto ciò che mi era successo e che loro avrebbero saputo cosa fare per aiutarmi. Non sapevo se stava dicendo la verità, ma mi sembrava onesto.”

Così Joy riesce ad arrivare in Italia e proprio qui è cominciata la sua nuova vita, arricchita dalla laurea tanto agognata, la prima laurea dello speciale progetto dell’Università di Trento.

Un risultato che premia non solo lei, ma che è anche una soddisfazione per le persone che hanno lavorato in questi anni al Progetto accoglienza richiedenti asilo e rifugiati/e. Il progetto assicura, alle studentesse e agli studenti selezionati, vitto, alloggio e un affiancamento e sostegno per usufruire di tutti i servizi messi a disposizione dall’Ateneo. Al momento il progetto segue 15 persone tra studenti e studentesse

Progetto accoglienza studenti richiedenti asilo e rifugiati/e.

L’Università degli studi di Trento si è impegnata ad accogliere ed agevolare l’accesso all’Università di un gruppo selezionato di soggetti presenti sul territorio trentino con lo status giuridico di richiedenti asilo politico e/o già in possesso di protezione internazionale, in possesso dei titoli di studio necessari per accedere all’università.

Nel luglio del 2016, l’Ateneo ha attivato il Progetto di accoglienza Richiedenti asilo all’Università. L’iniziativa ha preso avvio con la stipula di un Protocollo d’intesa tra l’Ateneo e la Provincia autonoma di Trento con il coinvolgimento di Cinformi e Opera Universitaria.

Tale accordo garantisce una collaborazione tra i soggetti coinvolti, finalizzata a realizzare un percorso di integrazione strutturato per richiedenti e/o titolari di protezione internazionale, rafforzando le collaborazioni con il territorio trentino e la società civile e contribuendo alla “terza missione” dell’Università.

Il Progetto, che si avvale anche dell’operato di giovani in servizio civile, è coordinato dalla Direzione Didattica e Servizi agli Studenti, in collaborazione con l’Ufficio Equità e Diversità di UniTrento, altri uffici e servizi dell’Ateneo, e con enti e associazioni del territorio.

___

Continua a seguirci il sul nostro sito e sulla nostra pagina facebook e, per essere sempre aggiornato, iscriviti al nostro canale Telegram

Continue Reading
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Direttore responsabile: Maurizio Cerbone Registrazione al Tribunale di Napoli n.80 del 2009 Editore: Komunitas S.r.l.s. - P.IVA 08189981213 ROC N° 26156 del 25 gennaio 2016