I vini, i distillati, i liquori e gli amari italiani sono venduti e amati in tutto il mondo. Il nostro paese ha una tradizione culinaria ineguagliabile, nella quale proprio gli alcolici sono ingredienti insostituibili. Eppure le famiglie italiane sono quelle che, considerando il solo contesto europeo, spendono meno in alcolici nella spesa domestica.
Alcolici in UE: i dati
Nel corso del 2021, le famiglie del Vecchio Continente hanno speso ben 1.0305 miliardi di euro (equivalenti al 7,1% del PIL continentale) in alimenti e bevande alcoliche, che di fatto compongono il 14,3% della spesa totale delle famiglie. Le quote più elevate sono state registrare in in Romania (24,8%), Lituania (20,4%), Bulgaria (20,1%), Estonia (19,9%), Polonia e Slovacchia (entrambe 19,6%); mentre le quote più basse sono state in Irlanda (8,3%), Lussemburgo (9,0%), Austria (10,9%), Danimarca e Germania (entrambe 11,8%).
Rispetto al 2020, la spesa complessiva è di 128 miliardi di euro (equivalente all’1% del PIL europeo), con le quote più elevate registrate in Lettonia (5,0%), Estonia (4,7%), Polonia (3,7%), Lituania e Cechia (entrambi 3,6%). Tra le quote più basse troviamo invece la Spagna (1,4%), i Paesi Bassi (1,3%), la Grecia (1%) e il nostro caro e vecchio Stivale (1%).
Il motivo che potrebbe spiegare il dato sta nel fatto che in Italia il consumo di bevande alcoliche è ben separato dall’abuso di alcolici. Insomma, almeno un bicchiere di vino al giorno, ma eccessi limitati.
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