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Campania

Manifestazioni in Campania contro la brucellosi bufalina

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brucellosi bufalina

La brucellosi bufalina è una malattia presente in tutto il mondo, ma prevalentemente in alcune zone, tra cui il Mediterraneo. È obbligatorio denunciare i casi di brucellosi negli allevamenti per tutelare l’intera salute pubblica. Infatti, il virus è trasmissibile anche agli esseri umani che entrano in contatto con gli animali infetti, o per via alimentare ingerendo latte non pastorizzato e formaggi freschi delle bufale affette dalla malattia.

Insieme alla brucellosi bufalina, altre malattie come l’influenza aviaria e la peste suina sono state trattate nell’audizione tenuta ieri dall’VIII Commissione Regionale campana (Agricoltura, Caccia, Pesca, Risorse Comunitarie e Statali per lo Sviluppo). La seduta è stata moderata dal consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, con la partecipazione dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo. In aggiunta, hanno presieduto i rappresentanti della Associazioni Wwf, Legambiente, Lipu, e delle Organizzazioni di categoria CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Ugl Agro Alimentare.

La protesta degli allevatori

Gianni Fabbris, portavoce del coordinamento delle associazioni Altra Agricoltura, Agricepi e Cna, ha tenuto un sentito discorso sulle misure di contrasto della brucellosi bufalina. Le argomentazioni di Fabbris, espresse durante un presidio tenutosi davanti l’Asl di Caserta, sono state accompagnate da un corteo composto da una trentina di trattori. Alla loro guida, gli allevatori locali, partiti dal piazzale dello stadio di Casal di Principe, il cui sindaco Renato Natale è da anni in prima linea per difendere i loro diritti.

Gianni Fabbris ha affermato che “Gli abbattimenti indiscriminati da parte della Regione Campania di 120mila bufale campane in dieci anni, delle quali solo l’1,4% è risultata affetta da brucellosi, ha provocato la chiusura di 300 aziende bufaline nel Casertano con tantissimi posti di lavoro persi”. E ha aggiunto: “Ora la Regione deve dirci da che parte sta e che filiera vuole, ovvero se ancora tiene agli allevatori e al loro lavoro artigianale che valorizza il territorio, o vuole una produzione industriale mozzarella di bufala campana dop. Questa battaglia non riguarda solo gli allevatori casertani, che da soli con il proprio latte producono il 60% della mozzarella dop, ma anche quelli salernitani e dell’intera area della Dop e di tutto l’agroalimentare italiano”.

Anche il primo cittadino di Casal di Principe, Natale, ha detto la sua: “La Regione deve rispondere alle istanze degli allevatori, non può far finta di nulla”. Infatti, gli abbattimenti di bestiame si sono particolarmente focalizzati nelle zone limitrofe alla cittadina casertana, nei quattro comuni di Santa Maria la Fossa, Cancello e Arnone, Grazzanise e Castel Volturno.

 

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