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Nel quadro delle misure in valutazione per la legge di bilancio 2026, è stata presentata una proposta che introduce un’imposta agevolata sull’oro da investimento privo di documentazione d’acquisto. L’ipotesi normativa, avanzata da Lega e Forza Italia, mira a favorire l’emersione di patrimonio non tracciato e a incrementare il gettito fiscale.
La proposta introduce una sorta di “regolarizzazione” volontaria e prevede, per i possessori di lingotti e monete d’oro, la possibilità di dichiararne il valore attraverso una procedura dedicata.
L’imposta da applicare varierebbe tra il 12,5% e il 13%, una percentuale inferiore rispetto al 26% previsto dal regime ordinario sulle plusvalenze.
L’istanza dovrebbe essere presentata entro il 30 giugno 2026, con l’assistenza di un professionista abilitato e di un operatore iscritto al Registro dei soggetti autorizzati a trattare oro da investimento. È prevista la facoltà di versare l’importo in un’unica soluzione o in tre rate annuali. Una volta regolarizzato, l’oro sarebbe soggetto alla tassazione ordinaria soltanto in caso di plusvalenza realizzata al momento della vendita. L’imposta del 26% verrebbe applicata esclusivamente sull’eventuale differenza positiva tra il valore di mercato e quello dichiarato attraverso la procedura agevolata.
L’obiettivo è rendere l’adesione semplice e, soprattutto, conveniente per chi detiene oro acquistato anni fa senza documenti precisi.
Nonostante l’appoggio di Lega e Forza Italia, la proposta non è accolta con lo stesso entusiasmo da tutta la maggioranza. In particolare, Fratelli d’Italia ha espresso qualche perplessità, soprattutto sulle finalità della misura e su come utilizzare le entrate generate.
La discussione è ora nelle mani della Commissione Bilancio del Senato, che dovrà valutare se includere o meno l’intervento nel testo finale della legge di bilancio.
Se approvata, la tassa diventerebbe operativa nel 2026 e costituirebbe il primo tentativo degli ultimi anni di regolarizzare l’oro fisico detenuto privatamente. Al momento, però, la proposta è ancora in fase di valutazione e il suo destino dipenderà dai prossimi passaggi politici.
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