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10 mesi agoon
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Monica VaccaL’annuncio del colpo di Stato e il dietro front a 300 Km da Mosca: i retroscena delle decisioni di Prigozhin.
Yevgeny Prigozhin è l’uomo d’affari a capo della compagnia militare privata Wagner, un gruppo indipendente di mercenari che più volte si è schierato nei conflitti a supporto e difesa dell’esercito russo. La sera del 23 giugno, tuttavia, il braccio destro del presidente russo ha accusato quest’ultimo di aver attaccato gli accampamenti dei suoi militari, dichiarando altresì che sarebbe stato pronto a rispondere con una “marcia per la giustizia” fino a Mosca.
Le prime fasi di vita di Prigozhin si sono susseguite nell’illegalità. Nel 1981 l’uomo viene arrestato con l’accusa di furto e altri reati, restando per ben nove anni in carcere. Una volta libero, a circa 30 anni, il capo del gruppo ha intrapreso una strada ben diversa da quella precedente: è infatti divenuto un grande imprenditore, per lo più nell’ambito della ristorazione. Con un po’ di fortuna, riesce ad entrare nelle grazie del Cremlino che – ricordiamo – ha da sempre finanziato la Wagner seppur quest’ultima non sia mai stata inquadrata istituzionalmente. Il loro era un rapporto senza dubbio idilliaco; tuttavia, nelle ultime ore, sembra essere arrivato al capolinea.
Le truppe del Wagner, venerdì, si son dette pronte a marciare su Mosca: “Tutti noi siamo pronti a morire. Tutti e 25mila”, hanno dichiarato i mercenari tramite un messaggio audio divulgato su Telegram. Con questo spirito, gli stessi sono riusciti ad arrivare a Rostov senza alcuna opposizione. I paramilitari hanno infatti marciato indisturbati fino a 300 chilometri da Mosca. All’improvviso il colpo di scena: quella dichiarazione forte e intimidatoria non ha trovato riscontro nella realtà. Sabato sera, infatti, il gruppo militare – a seguito di un colloquio tra il leader Prighozin con il presidente bielorusso Lukashenko – ha effettuato dietro front.
Si è trattato di una guerra civile piuttosto breve, che ha lasciato col fiato sospeso il mondo intero e di cui – molto probabilmente – resteranno sconosciuti i retroscena. Cosa sia successo durante gli incontri non è dato ancora saperlo, resta il fatto che l’inchiesta penale aperta a carico di Prigozhin e del suo esercito è orami chiusa ed archiviata, a confermarlo Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino.
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