Via San Gregorio Armeno a Napoli è una strada che da novembre a Natale, ogni anno, siamo soliti vedere piena di turisti da tutto il mondo. Da un anno, a causa della pandemia, è deserta. In questi giorni, quindi, a protestare davanti alle botteghe chiuse sono proprio i pastorai del borgo, i quali in segno di protesta hanno esposto un cartello con su scritto: “cedesi San Gregorio Armeno”.
“E’un atto provocatorio, non stiamo chiudendo, ma ci sono botteghe in forte difficoltà in una strada come San Gregorio Armeno, che è unica al mondo, fatta solo di artigiani di presepi artigianali. Se anche una di queste botteghe chiude, ha perso l’artigiano ma perde Napoli”: spiega Serena D’Alessandro, vicepresidente e portavoce del borgo dei pastorai.
“La situazione è oramai insostenibile. Sono venuti dalle agenzie immobiliari a chiedere se vogliamo vendere le botteghe, vogliono approfittare delle nostre difficoltà per trasformare la strada in un centro commerciale e far sparire la tradizione”, aggiunge Salvatore Gambardella, uno dei 40 artigiani della strada.
A detta della vicepresidente D’Alessandro, qualcuno “vuole trasformare il borgo in una strada di ristoranti e fast food, facendo perdere la tradizione legata al ‘700. Per questo chiediamo chiediamo sgravi fiscali, prestiti agevolati. Non è carità ma significa preservare qualcosa che appartiene a tutti”. Una richiesta che i pastorai faranno mercoledì mattina, chiedendo un incontro al presidente della Regione De Luca.