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Renzi raccoglierà firme per abolire il reddito di cittadinanza

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Non pago del conflittuale rapporto instaurato, a partire dal 2016, con i referendum, il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha iniziato quella che potremmo definire senza timore d’esagerare come una vera e propria crociata contro il reddito di cittadinanza.

A partire dal 15 giugno, infatti, il partito dell’ex-premier raccoglierà le firme per abolire il reddito di cittadinanza, i cui benefici coinvolgono 2,65 milioni di persone secondo l’INPS, tentando proprio la strada del referendum. In passato Italia Viva aveva già annunciato una simile iniziativa che, però, non essendo mai riuscita a suscitare particolare entusiasmo (nemmeno sul sito di Italia Viva stessa), non è mai andata in porto.

Renzi: “Vogliamo abolire il reddito di cittadinanza”

Questa volta Renzi potrebbe contare sull’appoggio della Meloni – che non ha mai sostenuto il reddito di cittadinanza, da lei definito addirittura come il “metadone di Stato” – e persino su quello di Salvini: pur essendo stato il reddito approvato mentre la Lega era al governo, il leader del Carroccio in questi giorni ha iniziato a tuonare contro la misura, additata come colpevole assoluta della mancanza di lavoratori stagionali.

Vogliamo abolire il reddito di cittadinanza” ha annunciato Renzi “e come previsto dalla legge dal 15 giugno partirà la raccolta ufficiale di firme. Ma vogliamo soprattutto” aggiunge “cambiare il mondo del lavoro per i più giovani”.

La reazione del Movimento: “Il solito Robin Hood al contrario”

Dura la reazione del Movimento Cinque Stelle. Il senatore Gabriele Lanzi ha infatti dichiarato, con una certa amarezza: “Il paese è allo stremo, fiaccato da due emergenze senza precedenti, ma per alcuni politici come Renzi la soluzione è quella di abolire il reddito di cittadinanza. Non si riesce davvero a comprendere come, a fronte di tutti gli sprechi ad oggi esistenti, si voglia andare a togliere un sostentamento economico essenziale a chi non ha nulla. Spiace constatare poi” ha aggiunto “che questa proposta sia particolarmente gettonata tra quei politici di professione che non hanno lavorato un giorno in vita loro e non possono immaginare cosa significhi vivere con meno di 700 euro al mese.”

Non meno duro il commento del sottosegretario Carlo Sibilia, che su Twitter scrive: “Nonostante la pandemia, la guerra e la crisi energetica, Italia Viva lancia una raccolta firme per togliere il reddito di cittadinanza ai poveri. I milionari non si toccano, ma chi prende 700 euro al mese va stangato. Il solito Robin Hood al contrario. Il rinascimento italo-arabo secondo i renziani.”

Come reagirà il PD? “Misura schizofrenica”, “Una follia”

Resta da vedere come reagirà il Partito Democratico, che ha espresso a riguardo pareri discordanti. In passato Letta aveva dichiarato che sperava, più che nell’eliminazione del reddito, che lo si potesse “migliorare”, posizione non del tutto dissimile da quella espressa dalla deputata Enza Bruno Bossio, che meno diplomaticamente aveva affermato che “in uno stato moderno ci deve essere un sistema che garantisca un diritto a chi non lavora non per volontà sua, ma per responsabilità dello stato. Io sono completamente d’accordo con un reddito di cittadinanza, ma non con questo sistema schizofrenico.[…] Serve un salario minimo, perché il reddito minimo sarà di poco al di sotto del minimo salariale”.

Dario Stefano, senatore del PD, non era invece andato tanto per il sottile, definendo il reddito di cittadinanza come “una follia: “Inutile” aveva infatti detto “continuare a negare che il reddito di cittadinanza del governo gialloverde, per come è stato concepito, è stata una follia”.

Indubbiamente, il tema del reddito di cittadinanza, soprattutto a causa della mancanza dei lavoratori stagionali, potrebbe diventare uno dei temi più importanti della prossima campagna elettorale. La speranza è che tutto non si riduca a un conteggio di voti.

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