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Scuola: in Campania mancano docenti e personale ATA

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Le cartelle sono state tirate fuori dagli armadi, le penne sono cariche e i quaderni sono pronti per essere riempiti di compiti e appunti: la scuola, in Campania, inizia in questi giorni e, anche se gli studenti sono pronti, non altrettanto si può dire degli istituti scolastici.

Cattedre scoperte, Vannini: “Solito balletto di docenti”

A Napoli questa partenza sarà infatti decisamente caotica: a poche ore dall’inizio dell’anno ci sono ancora moltissime cattedre scoperte. In molti, per cercare di contenere difficoltà e disagi, partono con l’orario ridotto – e rivolgeranno una preghiera a San Gennaro affinché, dopo la giornata di festa del 19 settembre (data in cui si celebra il patrono a Napoli), si trovi qualcuno a cui affidare gli studenti.

Stando a ciò che raccontano i docenti, l’algoritmo ministeriale avrebbe ancora una volta fatto danni:Anche quest’anno” dice Roberta Vannini, segretaria generale di UIL scuola Campania “ci giungono segnalazioni di annullamento e rifacimento delle operazioni di supplenze. Riceviamo centinaia di lamentele da parte di docenti che non hanno trovato le sedi che sono state assegnate, altri posti ancora vuoti invece non sono stati inseriti nell’algoritmo. Docenti che si lamentano di essere stati superati in graduatoria da chi ha un punteggio inferiore e disponibilità dei posti ignorate. Il metodo di reclutamento” conclude “ha dimostrato diversi limiti in merito a una procedura così complessa che non può essere affidata esclusivamente a un algoritmo. Ci sarò il solito balletto di docenti, altro che tutti in cattedra e continuità didattica”.

Personale ATA e rincari: un inizio in salita

Ma questo non è l’unico problema in vista per la scuola in Campania: manca anche il personale ATA. Molti istituti, nel capoluogo, hanno rinunciato all’avvio della refezione scolastica, che sarà garantita al momento alle scuole di infanzia e agli asili nido comunali.

A tutte queste problematiche si aggiunge quella relativa ai ricari, che, quest’anno, raggiungono cifre da record. Secondo Altroconsumo, infatti, le famiglie italiane arriveranno a spendere anche fino a 161 euro per la cancelleria. Rispetto al 2020, si tratta di un rincaro del 72%.

Covid e scuola: i presidi vogliono le mascherine a scuola, ma per gli esperti ai ragazzi non servono

In più, a pesare su questo complesso inizio c’è anche l’incognita Covid – il timore è che, con l’inizio del nuovo anno scolastico, ci sia un’improvvisa diffusione della variante Eris. Mario Rusconi, dell’Associazione Presidi, spiega che “l’indicazione che arriva dai presidi ai professori e bidelli è quella di evitare gli assembramenti degli adulti, soprattutto in questi primi giorni di scuole. In molte scuole, poi, a chi lo chiederà distribuiremo le mascherine, utilizzando le tantissime scorte che ci furono date durante la fase critica della pandemia. Stessa cosa avverrà con il gel disinfettante.”

Questa è un’idea che, tuttavia, non convince gli esperti: l’infettivologo Massimo Galli dice che “l’uso coattivo della mascherina per gli studenti” sarebbe poco praticabile – molti, infatti, concluso l’orario scolastico non la porterebbero. “L’uso intelligente mi sembra invece un discorso importante” aggiunge “e i nonni che tengono i nipoti dovrebbero portarla.

Nonostante l’allerta generale, tuttavia, è bene specificare che sebbene in Italia siano in aumento i casi questo non preoccupa i medici: i vaccini, infatti, proteggono dagli effetti più gravi della malattia. Di persone che rischiano la vita per il Covid non ne vediamo da molto tempo” afferma Marco Rizzi, il direttore del reparto malattie infettive di Bergamo “Le varianti che abbiamo rilevato non danno problemi di resistenza al vaccino”.

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