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Cronaca

“Stuprale ma usa le protezioni”: le intercettazioni sconvolgenti tra un militare russo in guerra e sua moglie.

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“Stuprale ma usa le protezioni”: le intercettazioni sconvolgenti tra un militare russo in guerra e sua moglie.

Sono tante le facce della guerra: non ci sono solo i bombardamenti, ma molto di più sotto la superficie.

Tra queste, una conversazione di 30 secondi, intercettata e diffusa dai servizi segreti ucraini che continua a testimoniare l’orrore della guerra in Ucraina.

Si tratta di una telefonata tra marito e moglie: lui è un soldato russo.

Va’, stupra le donne ucraine, te lo permetto, ma non dirmi niente ed usa le protezioni”

L’intera vicenda.

I due protagonisti della telefonata sono stati rintracciati dai giornalisti della squadra investigativa di Radio Free Europe/Radio Liberty e da Schemes, il team che realizza le inchieste del servizio ucraino.

Grazie ai loro numeri di telefono, i giornalisti sono riusciti a ricostruire le loro vite. Lui è un 27enne di nome Roman, che ha partecipato all’invasione della Crimea, dove si sarebbe trasferito insieme alla moglie Olga, con cui ha un figlio di 4 anni.

Sarebbe stata proprio lei a fare riferimento agli stupri delle donne ucraine e quindi ad autorizzare il marito, parlandone con estrema tranquillità.

Ah, quindi dovrei stuprarle e non dirti niente: posso davvero?”, queste le parole del marito.

Sì, hai il mio permesso, ma non dirmi niente ed usa le protezioni”, queste le parole della moglie.

Dopo queste parole, sono scoppiati entrambi a ridere.

Il soldato avrebbe negato di essere la persona della telefonata, mentre la moglie ha raccontato che il marito non è a Kherson, ma sarebbe ferito trattenuto in ospedale.

La guerra in Ucraina e gli stupri.

La cosa sconvolgente? Nessuno ha accusato l’uomo per gli stupri e non è stato aperto alcun procedimento nei confronti della coppia.

La telefonata potrebbe essere stata anche uno scherzo, ma gli stupri di massa da parte dei soldati russi in Ucraina sono reali.

Sono tante le testimonianze di violenze sessuali che già da diversi giorni arrivano da diverse parti dell’Ucraina. Come, ad esempio, quella di Natalya, che ha raccontato di essere stata stuprata più volte dai soldati russi mentre il figlio, nell’altra stanza, piangeva terrorizzato. O anche la storia di Anna, violentata da un soldato ceceno alleato con le forze russe, a cui hanno ucciso il marito che ha provato a difenderla.

A questo dramma delle terribili violenze sessuali che si stanno verificando nel Paese, se ne aggiunge un altro: quello dell’aborto negato per le donne che si sono rifugiate in Polonia.

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