Videogiochi: su switch arriva Ikai, horror basato sul folklore giapponese.
Con Ikai, viene raccontata una storia molto claustrofobica, con il giocatore che vaga con cautela nel proprio santuario e nell’area circostante, evitando alcuni esseri orribili, in cerca della verità.
Il male è a portata di mano e tutto ciò che è possibile fare è scappare.
Ikai racconta la storia di una donna chiamata Naoko, una sacerdotessa che si prende cura del santuario mentre il sacerdote è via. Mentre gli spiriti iniziano ad apparire e devastare, il giocatore deve scoprire cosa sta succedendo senza soccombere all’oscurità mentre scopre i segreti del proprio passato.
Nelle prime fasi, è necessario trovare la propria sorella da bambina. Il dialogo continuava a ripetersi e ogni volta che si pensa di averla trovata, lei scappa. È frustrante, ma è necessario perseverare.
Ikai: Nessuna anima amichevole in vista.
Quando i “ghoul” escono e inizi a vedere di più di ciò che accade, Ikai è al suo meglio.
Non hai armi o mezzi per combattere gli Yokai. Tutto quello che puoi fare è correre. Ci sono momenti in cui puoi bloccare le porte o liberare il male disegnando sigilli protettivi. Questo viene fatto tracciando un simbolo ed è un bel modo per utilizzare il controller.
Ikai è pieno di enigmi da risolvere che aiutano a spezzare l’esplorazione.
Paura e fascino.
L’atmosfera di Ikai non necessariamente spaventa, ma mette a disagio. È commercializzato come un orrore psicologico, ma alcuni degli incontri sono stati più intriganti di quanto fossero terrificanti. Sono ossessionato dalla cultura giapponese e i racconti del folklore giapponese mi hanno sempre affascinato. Veder prendere vita i racconti del folklore giapponese è entusiasmante ed affascinante.
L’ambientazione del Giappone feudale aggiunge una svolta unica al genere horror psicologico, conferendo all’ambientazione sacra un pizzico di inquietudine che indugia per sempre nella testa.
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