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Costume e Società

Aloy è su Vanity Fair: le donne hanno i peli, fatevene una ragione.

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Aloy è su Vanity Fair: le donne hanno i peli, fatevene una ragione.

La vera ricetta per il successo dell’eroina di Horizon Forbidden West? L’assenza di stereotipi di genere, empowerment femminile ed un pizzico di umorismo che non guasta mai.

Il mondo dello spettacolo si adegua ai tempi storici ed ai cambiamenti che ne derivano: in un mondo sempre più tecnologico, dove la globalizzazione ne fa da padrona, non stupisce mica la presenza di un personaggio digitale sulla copertina di Vanity Fair Italia.

Horizon Forbidden West fa parlare continuamente di sé. Il titolo, uscito in esclusiva sulle console PlayStation 4 e PlayStation 5 il 18 febbraio, è un successo, ma è il nuovo viaggio di Aloy prodotto da “Guerilla Games” ad essere stato accolto calorosamente su ogni fronte.

La promozione del gioco. 

Da sempre, nel corso degli anni, Sony PlayStation Italia ha curato tante e differenti iniziative per promuovere i suoi prodotti, nei periodi di lancio delle console ed anche per le pubblicazioni di titoli esclusivi.

Tra le varie iniziative per celebrare l’uscita di Horizon Forbidden West per le console PlayStation 4 e PlayStation 5, dal 17 al 25 febbraio, in Piazza Madonna della Neve, nel Complesso delle Murate, a Firenze, è stata installata una statua temporanea dedicata ad Aloy, la protagonista del gioco.

Un’icona di coraggio, tenacia e intraprendenza tiene il posto a tutte le donne della storia che hanno condiviso questi valori e meriterebbero una statua”.

Sulla placca sottostante, sopra la frase, ad Aloy viene dato il nome di “The Placeholder“, “La Segnaposto“.

Ma perché? Perché Aloy in questa “statua” non ha solo il compito di rappresentare ciò di cui è protagonista, ma si fa portavoce delle figure femminili che nel nostro mondo, analogico e digitale, e nel corso della nostra storia hanno fatto la differenza, accrescendo il nostro patrimonio artistico, scientifico, sociale e culturale. In rappresentanza anche di tutti i geni femminili di cui purtroppo non sappiamo ancora nulla, per quelle che sono venuto prima di noi e per quelle che verranno.

Ma non finisce qui.

Proprio sulla scia di questa rappresentazione “femminista”, le iniziative non si fermano alle opere d’arte, ma incontrano anche il mondo digitale e dello spettacolo.

Vanity Fair Italia ha colto l’occasione, facendo diventare Aloy il primo volto digitale sulla copertina del magazine.

In un lungo articolo a lei dedicato, si elencano tutte le motivazione che hanno spinto il magazine a dedicare ad Aloy la copertina.

Il valore di Aloy nel panorama dei personaggi dei videogiochi ha un’importanza storica, rivoluzionaria. Da sempre nei videogiochi si è spesso e volentieri relegato la figura della donna a stereotipi. Dipingendo il sesso femminile come l’oggetto del desiderio anche nel contesto dei videogiochi. Il tutto seguendo specifici “canoni estetici” che esasperano i tratti, per soddisfare uno specifico immaginario maschile.

L’aspetto che più colpisce di Aloy è, riprendendo quello appena detto, proprio il suo allontanarsi da quei canoni di rappresentazione. Contrapponendo un approfondimento interiore, le motivazioni umane che governano le sue azioni.

Aloy non è né madre né sposa, né comprimaria né aiutante. Ma una donna forte e coraggiosa che, in un mondo in cui le differenze di genere non esistono più, utilizza le sue armi per scoprire sé stessa. Portandosi dietro tutte le debolezze, le paure e le riserve che appartengono alla complessità psicologica del genere umano.

Leggendo l’articolo di Vanity Fair Italia, è possibile leggere anche un corposo ed importante intervento di  Angie Smets, Studio Director & Executive Producer di Guerrilla Games, che rivela come, in ambito PlayStation, il 42% della platea di videogiocatori sia composto da un pubblico femminile.

Un dato da tenere a mente. Un dato che aiuta a comprendere meglio quanto questo questo mondo si stia sempre più allontanando da quei suoi iniziali (anche se culturalmente imposti) limiti di genere.

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