L’intervento delle istituzioni.
Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha chiesto al direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro, Bruno Giordano, di inviare gli ispettori per accertamenti.
Published
2 anni agoon
Il mondo del lavoro è sicuramente un campo di guerra. Un campo minato dove si cerca il minimo pur di riuscire a trovare qualcosa per poter vivere, in modo dignitoso.
Eppure, molto spesso, soprattutto sulle app su cui si cerca lavoro, ci sono richieste che con il lavoro poco c’entrano.
L’ultimo episodio è accaduto pochi giorni fa, quando su uno sei siti specializzati alla ricerca del lavoro, è apparso questo annuncio che ha fatto il giro del web:
“Si offre lavoro a una donna, di massimo 30 anni, capace di parlare inglese, e – insieme al curriculum – si chiede una foto in costume da bagno”. È questo quanto si leggeva, almeno fino a lunedì, nell’annuncio che era stato pubblicato online da un’azienda di Napoli che si occupa di vigilanza privata e accoglienza in strutture. Un’offerta di lavoro riguardante una posizione da receptionist in un ufficio nel Centro direzionale di Napoli.
L’azienda in questione cercava si una receptionist con una buona conoscenza della lingua inglese, ma l’annuncio sembrava più quello di una ricerca di modelle o ragazze immagine.
L’annuncio è stato modificato dopo le polemiche che sono sorte sul web e, a quanto pare, la Medial service (l’azienda dell’annuncio) ha spiegato che “si è trattato di un errore di un’impiegata inesperta che non conosceva le policy aziendali sulla parità dei sessi.”
Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha chiesto al direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro, Bruno Giordano, di inviare gli ispettori per accertamenti.
Ad far scatenare le polemiche, però, non è stata solo la richiesta indecente della foto in bikini, ma è stato anche l’aspetto retributivo. L’azienda, che sul suo sito garantisce “massima professionalità nella sicurezza globale”, offre una misera paga di più di 5 euro l’ora.
“Si offre un contratto a tempo indeterminato”, si legge nell’annuncio. “L’orario di lavoro sarà a giorni alterni di 8 ore per un totale di 24 ore lavorative settimanali. Retribuzione netta complessiva di 500 euro mensili”.
Quando smetterà questa retorica della gavetta?