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2 anni agoon
Non bastava il Covid, ci si mettono anche le normative scolastiche anti-Covid.
In vari istituti scolastici di ogni ordine e grado, in tutta Italia, sono continui i problemi legati al riscaldamento e alle scarse condizioni igieniche in cui si trovano a vivere gli studenti.
Colpa del Covid? Sarebbe troppo facile trovare nella pandemia il capro espiatorio. Queste sono problematiche esistenti da sempre, accentuate in questo periodo di emergenza.
Ben 3 studenti su 4 patiscono il freddo durante le lezioni. La maggioranza collega ciò alla necessità di garantire il ricambio d’aria nelle aule, mentre una piccola percentuale incolpa i sistemi di riscaldamento delle scuole.
I rimedi? Si fa lezione con il cappotto, c’è chi si porta coperte da casa e chi invece attacca stufette in casa.
La pandemia ha certamente influito sul problema. Soprattutto perché ha costretto le classi e i corridoi a tenere il più possibile aperte le finestre per far cambiare l’aria. Quindi gli studenti sono costretti tra il patire il freddo o respirare aria viziata. Ma complice la pandemia, ovviamente, si sceglie la prima opzione.
Ma non c’è solo il Covid. Esiste proprio un problema di riscaldamenti che non funzionano a dovere, o che sono rotti o spenti. O qualcuno segnala anche che la temperatura o l’orario di accensione non sono adeguati. Sono tante le proteste che gli studenti organizzano, ma sembra che le loro voci non abbiano la stessa importanza dei “grandi”.
A questo si aggiunge la mancanza di carta igienica nei bagni e la mancata distribuzione di mascherini ffp2.
Termosifoni spenti o malfunzionanti in tutte le scuole di Sant’Antimo e in diversi istituti di Napoli, con gli studenti che denunciano la situazione. Alcuni di essi si sono recati a lezione con i plaid per combattere il gelo.
È questa la situazione che si sta verificando in questi giorni, col freddo reso ancora più intenso dal fatto che per le norme anti-Covid gli insegnanti sono costretti a tenere le finestre delle aule aperte.
E proprio a Sant’Antimo, le mamme degli alunni della scuola elementare Giacomo Leopardi sono pronte a protestare.
“Il Comune è in deficit e non accendono i riscaldamenti, tra l’altro gli impianti non sono neanche stati controllati. I bambini seguono le elezioni con i cappotti, cappelli e plaid ma hanno sempre molto freddo così spesso per non fargli fare delle assenze li mandiamo a scuola a ma poi andiamo a riprenderceli. Il problema non è solo in questa scuola ma in tutte“, ha spiegato una delle mamme.
“Ecco come siamo obbligati a stare noi ragazzi nel momento in cui nelle scuole a Napoli (almeno nella mia) non funzionano i termosifoni e per le norme Covid dobbiamo stare con finestre e porte aperte. Nonostante noi ci copriamo bene con maglie, maglioni e giubbotti, il freddo si sente e siamo costretti a stare con plaid”, ha raccontato una studentessa dell’Istituto d’arte Boccioni-Palizzi di via Terracina.