“Investire senza sosta in progetti energetici legati ai combustibili fossili comporta sempre più rischi sia sociali che economici”: questa la motivazione per la quale 19 Paesi si sono impegnati ad interrompere tutti i progetti da loro finanziati all’estero su combustibili fossili, entro la fine del 2022.
I Paesi che hanno sottoscritto al documento sono: Agenzia francese di sviluppo, Albania, Banco de Desenvolvimento de Minas Gerais, Canada, Costa Rica, Danimarca, East African Development Bank, European Investment Bank, Etiopia, Fiji, Finlandia, Financierings-Maatschappij voor Ontwikkelingslanden N.V., Gambia, Italia, Mali, Isole Marshall, Nuova Zelanda, Moldova, Portogallo, Slovenia, Sud Sudan, Svizzera, Regno Unito, Usa, Zambia.
Tali Paesi, durante la conferenza sul clima CoP26 a Glasgow, si sono impegnati affinché “la produzione globale e l’uso di combustibili fossili non abbattuti cali in modo significativo al 2030“, e che “l’allineamento dei flussi finanziari internazionali pubblici e privati diventi fondamentale per la transizione energetica”.
I firmatari hanno riconosciuto “l’impatto devastante della pandemia di Covid-19 e la necessità di una ripresa migliore e più verde”.