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Cronaca

Sempre di più: i consumi in crescita e i consumi dimenticati dagli italiani

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E’ in continuo aumento la fiducia dei consumatori, dopo la terribile battuta d’arresto subita lo scorso anno a causa della pandemia.

L’Osservatorio Findomestic di settembre, realizzato dalla società di credito al consumo del gruppo Bnp Paribas in collaborazione con Eumetra, ha rilevato a fine agosto un incremento della propensione media d’acquisto del 3,9%, che conferma un trend positivo in atto da fine giugno (+6,7%) e proseguito a luglio (+5,8%).

Ad essere in crescita proprio quei settori maggiormente colpiti dalla pandemia: aumenta a fine agosto la propensione d’acquisto di e-bike, con un +19,4%, di motocicli (+16,1%) e auto nuove (13,9%) che godono anche di un effetto incentivi.

Gli italiani sono inoltre intenzionati ad acquistare strumenti tecnologici, come fotocamere, telefoni e tv, e grandi elettrodomestici. Non manca, in vista dell’inverno, la propensione all’acquisto delle caldaie (+7,5% rispetto a luglio) e ci si dedica più allo sport con un incremento in un mese del 5,5%.

Non è tutto.
Incassi da record anche per le sale cinematografiche: proprio negli ultimi due mesi gli esercenti festeggiano i record di incassi 2021.

Financial Times, tuttavia, frena gli entusiasmi, spiegando in un titolo sull’eurozona, che i consumi non sono ancora tornati ai livelli pre-pandemia, citando in particolare i dati sulla mobilità interna e quelli sui viaggi all’estero raccolti da Google e Apple.

Oltre al turismo e la mobilità interna, tanti ancora i settori che continuano a risentire degli effetti negativi della pandemia.
L’indicatore dei consumi Confimprese-EY, sul totale mercato degli ultimi 12 mesi, ha evidenziato che il settore con le peggiori performance continua a essere la ristorazione a -51,2%, seguita da abbigliamento e accessori -42,1% e il non food che chiude a -1,7% con performance migliori rispetto agli altri settori per via delle minori restrizioni nel corso dell’intero anno pandemico. Sempre peggio centri commerciali -72,7% e outlet -73,9%: pagano 5 mesi di chiusure nei weekend, che pesano il 50% del fatturato dell’intera settimana.

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