Nuovo capitolo nella lotta contro i disturbi alimentari in Italia. Lo scorso 19 gennaio, è iniziato l’esame di un disegno di legge di maggioranza in commissione Sanità al Senato che introduce pene severe, dalle multe fino al carcere, per chi istiga i giovani a comportamenti che possono portare a gravi disturbi alimentari, come anoressia e bulimia.
Attualmente, si stima che circa 3 milioni di persone in Italia siano affette da disturbi alimentari, il 5% della popolazione, di cui il 96,4% sono donne. Ogni anno, questi disturbi causano la morte di 4.000 giovani, collocandosi come seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Dopo la pandemia, si è registrato un preoccupante aumento del 40% dei casi.
Pene più severe per chi induce i giovani a disturbi alimentari
L’articolo 2 del ddl prevede pene che vanno dalla reclusione fino a due anni e multe da 20.000 a 60.000 euro. Se il reato è commesso nei confronti di minori o persone indifese, le pene possono essere ancora più severe, con reclusione fino a quattro anni e multe da 40.000 a 150.000 euro. Il disegno di legge, inoltre, istituisce una Giornata nazionale, il 15 marzo, per sensibilizzare ulteriormente sull’importanza della prevenzione dei disturbi alimentari.
Il controllo dei social media è un aspetto chiave del disegno di legge. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sarà incaricato di stabilire criteri e modalità per impedire l’accesso a siti che diffondono messaggi suscettibili di istigare condotte alimentari dannose, reindirizzando gli utenti al portale digitale www.disturbialimentarionline.it in forma anonima.
Tutto ciò a pochi giorni dalla notizia dei tagli al Fondo nazionale per il contrasto ai disturbi dell’alimentazione, che ha scatenato proteste da parte di associazioni e attivisti, che vedono questo fondo come cruciale per garantire trattamenti e supporti adeguati.
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