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1 anno agoon
Qual è l’animale che colleghi più facilmente al Natale?
Forse potrebbe essere un alce o una renna – magari, se conosci la leggenda Islandese dello Jolakotturin, un gatto. Di certo però i ragni non sarebbero i primi animali che ti verrebbero in mente pensando alle feste invernali – eppure, in Ucraina e in certe zone della Germania, questi esserini a otto zampe sono il simbolo natalizio per eccellenza, al punto che non è insolito trovare delle decorazioni a forma di ragno appese agli alberi di Natale – decorazioni considerate, peraltro, irrinunciabili e di buon auspicio.
Questa usanza popolare deriva da una leggenda decisamente bizzarra ma molto carina che ha per protagonista una famiglia assai povera, una vedova e un gruppo di ragni gentili.
C’era un volta una donna gentile, madre di diversi bambini, che era rimasta vedova in giovane età.
La vita della famiglia non era facile: da quando il marito della vedova era venuto a mancare, infatti, versavano in una condizione di grave indigenza. La donna si arrangiava come poteva, ma i soldi non erano mai abbastanza e bastavano a malapena a mettere un piatto caldo in tavola e a vestire i suoi tanti bambini.
Il primo Natale dopo la morte dell’uomo la vedova non riuscì ad acquistare nemmeno una decorazione per la propria casa; pensando a quanto misera fosse la sua esistenza, la notte della Vigilia la donna si addormentò piangendo. Alla scena assistettero i ragni che abitavano nella casa della vedova che, commossi dalla tristezza della donna, decisero di rimediare a modo loro: così, mentre tutti dormivano, intrecciarono mille ragnatele.
Quando la famigliola si alzò il mattino seguente trovarono l’albero di Natale decorato con decine e decine di fili lucenti: la luce del sole appena sorto, brillando sulle ragnatele, le trasformò in stringhe d’oro e d’argento.
La vedova, grata ai ragni per il loro gesto, non li scacciò mai di casa e da allora, ogni Natale, per ricambiarla gli animaletti decorarono l’abete con le loro splendide ragnatele.
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