San Valentino: la leggenda dell’amore sublime

Giusto dire che l’amore si debba festeggiare ogni giorno, ma è bello che esista una data in particolare durante l’anno dedicato alla celebrazione dell’amore, in ogni sua manifestazione e forma: il 14 febbraio, San Valentino, la festa degli innamorati. Innamorati lo sono tutti, non solo i fidanzatini: l’amore è quello verso gli amici, l’amore è quello per la propria famiglia.

Sono tante e varie le leggende da cui si fa nascere questa festa, alcune riguardano il Santo Valentino, mentre altre sono più magiche e di fantasia. Tra le varie leggende a cui si associa il giorno di San Valentino c’è quella dell’amore sublime.

La leggenda dell’amore sublime

La leggenda dell’amore sublime ci racconta la storia di un giovane centurione romano di nome Sabino che, mentre passeggiava per Terni, vide una bellissima donna di nome Serapia e se ne innamorò immediatamente.

Sabino, non volendo perdere l’occasione, chiese ai genitori di Serapia la sua mano ma la risposta fu un netto “NO”. Sabino era, infatti, pagano mentre la famiglia di Serapia era di religione cristiana. Per superare questo ostacolo, Serapia suggerì al suo amato di andare dal Vescovo Valentino per avvicinarsi alla sua religione e ricevere il battesimo, cosa che lui fece in nome del suo amore.

Purtroppo, proprio mentre si preparavano i festeggiamenti per il battesimo di Sabino ed il successivo matrimonio, Serapia si ammalò di tisi. Sabino, che non voleva essere separato dalla sua amata, supplicò Valentino di battezzarlo e unirli in matrimonio in fretta, al capezzale di Serapia. Nel momento della benedizione, i due si spensero assieme, stretti l’uno all’altro.

Nonostante le avversità, il loro amore non ha vacillato, un amore che supera il tempo, le distanze e le avversità, rimanendo saldo e incorruttibile.

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