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Monica VaccaContinuano le polemiche per le affermazioni discutibili di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera ed esponente del partito di FDI.
Nella giornata nazionale della “festa del papà” Fabio Rampelli è stato ospite del programma televisivo “In Onda”, trasmesso su La7, scatenando non poche polemiche. Al centro della discussione vi sono alcune sue affermazioni, alquanto discutibili, su quanto accaduto ultimamente nel capoluogo lombardo in merito al divieto imposto dal governo di non poter più registrare all’anagrafe i figli delle famiglie omogenitoriali.
“Se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento — e cioè l’iscrizione all’anagrafe — di un bambino che spacciano per proprio figlio, significa che questa maternità surrogata l’hanno fatta fuori dai confini nazionali“, ha dichiarato il vicepresidente della Camera. Parole che non sono per niente piaciute agli esponenti del Pd, che non hanno tardato nel far arrivare le loro risposte. Pina Picierno, eurodeputata del Pd, ha infatti pubblicato un post su Facebook per commentare quanto ascoltato: “Una frase cattiva, non soltanto nei confronti delle coppie che scelgono di accogliere con amore un figlio, ma soprattutto nei confronti dei figli stessi, che nemmeno possono difendersi da questa violenza”.
Anche Simona Malpezzi, capogruppo del Pd al Senato, ha provveduto ad esprimere il suo pensiero con un tweet: “Nelle parole di Rampelli solo cattiveria. Nessun rispetto per gli altri, per chi la pensa diversamente da lui, per chi vive una realtà che c’è, per quanto a Rampelli possa non piacere. Un linguaggio inaccettabile nei confronti dei bambini. Questa è la destra che governa il Paese”.
Nelle ultime ore ad intervenire è stata anche l’Europa. Didier Reynders, commissario europeo per la Giustizia, ha infatti richiamato l’Italia ribadendo che “in linea con la strategia per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ+ 2020-2025, la Commissione è in continuo dialogo con gli Stati membri riguardo all’attuazione delle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea e ciò comprende anche l’obbligo per gli Stati membri di riconoscere i figli di genitori dello stesso sesso ai fini dell’esercizio dei diritti conferiti dall’Ue”.
In vista di quanto affermato, il Pd sta lavorando per una nuova proposta da presentare in Parlamento. Tre sono i punti cardine della misura: il riconoscimento del matrimonio egualitario indipendentemente dal genere di coloro che lo contraggono; l’estensione dell’adozione sia ai single che alle coppie dello stesso sesso; il riconoscimento dei bambini e delle bambine degli stessi.
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