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Coronavirus

UK, stop isolamento a chi è positivo: ma non tutti sono d’accordo

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inghilterra

Mancano poche ore, oramai, alla data tanto attesa quanto discussa in Gran Bretagna: giovedì 24 febbraio si vedrà la fine di tutte le restrizioni anti-Covid.

La decisione è stata maturata dal Premier Boris Johnson e renderà la Gran Bretagna il primo Paese al mondo a voltare pagina sulla pandemia, il primo paese al mondo a convivere con il virus.

Una decisione problematica

Se da una parte la notizia può far tirar un sospiro di sollievo ai cittadini inglesi, dall’altra ha fatto molto discutere: questo perché dire basta a qualsiasi tipo di restrizione, significa anche esporre i cittadini ad un maggior rischio contagio.

A creare più polemiche, infatti, è stata la decisione di eliminare l’obbligo dell’isolamento per le persone contagiate, che saranno semplicemente “incoraggiate a esercitare la responsabilità personale”, così come avviene quando si è soggetti a “un’influenza”.

Jonson, però, chiarisce: “La pandemia non è finita“, ma sottolinea anche che tali decisioni sono frutto di “una campagna vaccinale straordinaria, una svolta resa possibile in primis dalla somministrazione ‘a velocità fenomenale’ delle terze dosi vaccinali booster: inoculate ormai all’81% dell’intera popolazione adulta residente nel Regno dal servizio sanitario nazionale (Nhs), in attesa di una quarta dose annunciata per over 75 e fasce più deboli in primavera. Grazie a una incredibile campagna vaccinale siamo ora un passo più vicini al ritorno alla normalità“.

Le critiche in Gran Bretagna

Critiche dall’opposizione laburista e dai sindacati dei medici. In una lettera aperta indirizzata da un gruppo di medici e di esperti di diverse università britanniche, si legge: “In qualità di esponenti della comunità scientifica e medica del Regno Unito, scriviamo questa lettera aperta per esprimere la nostra preoccupazione riguardo ai piani del governo per porre fine a test, indagini di sorveglianza e obbligo legale di isolamento per i casi di Covid-19. Chiediamo venga chiarito il parere scientifico su cui poggiano queste decisioni politiche. Non crediamo che ci sia una solida base scientifica. E’ quasi certo che aumenterà la circolazione del virus e non ci sarà visibilità delle varianti di preoccupazione emergenti”.

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