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Cronaca

Le vie del gas in Europa: quanto ne importiamo dalla Russia?

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L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha provocato un terremoto sui mercati finanziari mondiali.

Il prezzo del gas, già alle prime ore di stamattina, è salito alle stelle e sta continuando a salire: sul mercato di Amsterdam, ieri pomeriggio, il prezzo aveva raggiunto gli 83 euro per MWh ed è salito ancora arrivando a 88 euro per MWh in rialzo di oltre il 10% rispetto alla chiusura di ieri. A Londra il prezzo del gas ha superato i 200p per MM BTU, l’unità di misura britannica del gas (circa 28,26 metri cubi), in aumento di questi il 6%, mentre sul mercato newyorkese il prezzo del gas Henry Hub segna un rialzo del 5,13% a 4,86 dollari.

È un dato di fatto che, ad oggi, l’Europa è estremamente dipendente dal gas russo.

Che cosa succederebbe, quindi, se improvvisamente Mosca arrivasse a non esportare più gas verso l’Europa?

Secondo gli studiosi l’Europa avrebbe riserve fino ad aprile o al massimo fino all’estate. In uno scenario come questo è, però, neecessario fare un passo indietro e capire da dove arriva il gas in Europa.

Il 41,1% del gas naturale europeo è importato dalla Russia, che si conferma di gran lunga il primo esportatore verso l’UE. La Russia fornisce gas al nostro Paese da oltre 50 anni. “La data precisa e‘ il 1968“, ha spiegato in un‘intervista recente l‘esperto di geopolitica del gas naturale Michael Bradshaw. “Fu allora che l‘Unione Sovietica raggiunse un accordo con l‘Austria per la fornitura di gas naturale tramite gasdotto“.

Al secondo posto troviamo la Norvegia con il 16,2% del gas europeo: la rete che trasporta l’oro blu dai giacimenti norvegesi ai terminali europei rappresenta una fitta trama non solo di gasdotti, ma anche di interessi politici. Gia questi dati sono sufficienti a farci capire quanto  l’Europa sia totalmente dipendente dalle importazioni in materia di gas.

Come arriva il gas in Europa dalla Russia?

La maggior parte del combustibile viene poi consegnata dalla Russia attraverso tre distinti corridoi: Nord Stream, Yamal (attraverso la Polonia) e Brotherhood. Ma esistono anche altri canali, che partono da Algeria, Libia, Azerbaigian.

Brotherhood, con una capacità di 100 miliardi di metri cubi di gas all’anno è il principale canale di arrivo del gas russo in Europa e transita per l’Ucraina.

Yamal-Europe, con una capacità di 33 miliardi di metri cubi all’anno, rappresenta la seconda grande infrastruttura che collega il gas russo all’Europa. Lungo 4.196 chilometri, attraversa la Bielorussia e la Polonia raggiungendo la Germania. Sulla sua rotta, ha 14 stazioni di compressione.

Nord Stream, che corre sui fondali del Mar Baltico, ha una capacità di 55 miliardi di metri cubi all’anno. Trasporta il gas dai giacimenti russi attraverso due linee con una capacità di 27,5 miliardi di metri cubi / anno ciascuna. Lungo 1224 chilometri, il suo percorso va dalla baia di Portovaya, vicino Vyborg, fino alla costa tedesca nei pressi di Greifswald, che si estende per 1224 km.

In totale, attualmente l’UE sta importando (dati aggiornati al 15 febbraio) circa 9000 milioni di metri cubi di gas, i quali provengono da:

Russia: circa 2.000 milioni metri cubi, in calo dal 2021;
Norvegia: circa 2.800 milioni di metri cubi, in aumento dal 2021;
Algeria: 687 milioni di metri cubi, in rialzo rispetto alla fine del 2021;
GNL (Gas Naturale Liquefatto): 3165 milioni di metri cubi, in deciso aumento rispetto al 2022

Cosa sappiamo per quanto riguarda le scorte di gas di cui l’Europa attualmente ancora dispone?

In questo momento, i dati Bruegel mostrano che i livelli di stoccaggio totali UE e di Gazprom in Europa sono ai minimi storici. Per tale ragione, l’Unione Europea sta valutando insieme a Stati Uniti, Qatar, Egitto, Azerbaigian, Nigeria e Corea del Sud scambi di contratti che potrebbero essere il preludio alla strategia futura dell’UE, per essere meno dipendente dalla Russa e più aperta a diverse opzioni di mercato.

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