Proseguono le proteste
In Iran le proteste scoppiate in seguito alla morte di Mahsa Amini non si fermano e, anzi, si estendono anche al mondo del lavoro: insegnanti, avvocati, operai, studenti e anche altri ordini professionali sono scesi in piazza e hanno organizzato diverse manifestazioni nonostante le autorità abbiano oscurato internet in molte aree del Paese.
Tensione tra l’Iran e l’Occidente
Le proteste continuano a essere represse con durezza in Iran – la conta dei morti è salita a 201 persone, tra cui 23 minorenni – e la presidentessa della Commissione europea Usrula von der Leyen, parlando alla Conferenza degli ambasciatori, ha dichiarato che “è arrivato il momento di sanzionare le persone responsabili. Le violenze scioccanti inflitte al popolo iraniano” ha proseguito la presidentessa “non possono rimanere senza risposta e dobbiamo lavorare insieme sulle sanzioni.”
Dura la risposta del ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian, che su twitter ha accusato l’occidente scrivendo che “ci sono due pesi e due misure […] perché il confronto con le rivolte è una buona azione nei Paesi europei ma è considerata una repressione in Iran”. In una discussione con la ministra francese Catherine Colonna, il ministro ha aggiunto che l’Iran non permetterà a nessuno “di prendere di mira la sicurezza nazionale del Paese”.
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