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Le mestruazioni non sono lusso: farmacista taglia l’IVA

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Avere le mestruazioni è un lusso in Italia?

In un Paese che ha problemi con le donne come l’Italia arriva, di tanto in tanto, una buona notizia e, soprattutto, una speranza: a Napoli una farmacia del quartiere Vomero ha eliminato l’IVA al 22% da tutte le confezioni di assorbenti femminili in vendita presso il suo negozio.

Si tratta certamente di un piccolo gesto che non cambierà da un giorno all’altro i problemi che affliggono le persone di sesso femminile, ma che comunque è meglio di niente – tanto più che, per scontare gli assorbenti, il farmacista pagherà la differenza di tasca sua.

Il fattore scatenante è questo” spiega “io sono un felice papà di tre figlie femmine. Il 90% dei miei collaboratori in farmacia è donna.

“Ho visto” continua “che ad esempio a Firenze Lloyds ha fatto una cosa analoga, legandola però a un solo brand di assorbenti; io penso che un iniziativa del genere non si possa legare a una sola marca di assorbenti, che molte donne scelgono a seconda del tipo di ciclo mestruale, del flusso e a seconda della loro conformazione. E ho pensato che un’iniziativa del genere dovesse essere applicata a tutti i brand di assorbenti e così ho fatto.

”Il ciclo non è un lusso”.

Eppure così viene considerato dallo stato italiano, sebbene, come ogni persona di sesso femminile sa bene, non sia qualcosa di cui si può fare a meno. Tutti i prodotti legati al ciclo mestruale vedono applicata su di loro un’IVA del 22%, mentre per altri prodotti legati all’igiene e alla cura personale, come ad esempio i rasoi maschili, è prevista un’IVA del 4%.

Su tratta indubbiamente di un’assurdità e di un’ingiustizia, ma non sembra che, al momento, le cose stiano per cambiare.

In Italia si spendono, ogni anno, circa 1.680.000.000 euro per acquistare assorbenti e coppette mestruali – e mentre qui ci si ostina a mantenere l’IVA al 22%, esistono paesi molto più virtuosi: l’Irlanda non prevede tassazione per gli assorbenti, la Francia li tassa del 5,5%, la Germania del 7% e la Spagna “solo” del 10%.

L’Italia rientra negli ultimi sei paesi dell’UE che tassano gli assorbenti e in generale i prodotti per donne più del 21%, superati dall’Ungheria che li tassa del 27%. Al di fuori dell’Unione Europea il Canada e lo Stato di New York hanno detassato gli assorbenti, come anche l’India, mentre in Australia sono tassati del 10%.

Nonostante sia la metà dei cittadini italiani che è costretta ad avere a che fare con le mestruazioni, argomento tabù che viene spesso liquidato ingiustamente con imbarazzo e qualche risata, e nonostante esista una direttiva europea del 2006 che prevede di abbassare la tassazione al 5%, in Italia nessuno, a parte qualche farmacista, sembra interessato ad abbassare le tasse.

La Tampon Tax: avere le mestruazioni è ancora un lusso

Anche se non ci si può far nulla, anche se non si può evitare, avere le mestruazioni è un lusso – gli assorbenti e le coppette sono tassati più dei manifesti elettorali.

La Tampon Tax, che esiste dal 1973, resiste nonostante sia ingiusta e irragionevole: con l’approvazione dell’ultima legge di bilancio, infatti, questa tassa è confermata.

L’Italia ha, ancora una volta, in una declinazione diversa, un problema con le donne e con tutte le persone che si ritrovano ad avere e subire le mestruazioni, e per avere un po’ di giustizia siamo costretti ad affidarci al buon cuore di un privato, di un farmacista.

 

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